Terme Caramanico chiuse, stagione bloccata ed economia a rischio

Chiusura Terme Caramanico: stagione bloccata e posti a rischio, dipendenti pronti a mobilitazione.
Stagione 2019 bloccata e lavoratori in ginocchio promettono un presidio.

Le Terme di Caramanico sono ancora chiuse nonostante l’annuncio dei fondi già deliberati da parte della Regione Abruzzo, (3 milioni e 200 mila euro).
Nonostante ciò la società in liquidazione ha chiesto di allargare le prestazioni sanitarie per uscire dalla perdita che ha caratterizzato la struttura che dà lavoro a decine di persone, che attualmente si trovano senza un’occupazione.
Uno stallo che rischia di gettare un’ombra nera e mettere in ginocchio un intero territorio che dalle terme ha sempre ricavato un indotto positivo.
Una chiusura che ha letteralmente svuotato tutte le strutture ricettive che ruotano intorno alle terme.
Gli ultimi 11 anni di attività sono stati caratterizzati da un calo di presenze graduale e a farne le spese sono state soprattutto le strutture ricettive collegate al centro.
Le terme invece, seppur a fatica, hanno mantenuto costante il numero degli assistiti pendolari, registrando però una perdita di bilancio.
Il liquidatore della società, Franco Masci, ha fatto sapere di essere in attesa dei fondi annunciati dalla Regione per cercare di sbloccare la situazione.
L’assessore regionale con delega alla Sanità, Nicoletta Verì, ha fatto da sponda, rimarcando come i 3 milioni e 200 mila euro, messi a disposizione dalla Regione, siano già stati deliberati e che dunque le terme di Caramanico possono riaprire, come già fatto giorni fa da quelle di Popoli.
“La società che gestisce le Terme di Caramanico dal 1943 si trova in liquidazione volontaria e se riaprisse senza l’erogazione di questi fondi lo farebbe in perdita”, ha spiegato Masci in un incontro con la stampa.
“Il centro termale non può andare avanti solo con insufflazioni e aerosol, va ampliata la rosa e la scelta delle prestazioni anche ad altri assistiti del sistema sanitario nazionale con costi più contenuti, essendo la struttura attrezzata per offrire servizi per tutto l’anno”, ha chiarito il liquidatore.
Uno sblocco che gioverebbe soprattutto ai 15 dipendenti fissi e agli altri stagionali strozzati dalla morsa e dal pensiero della disoccupazione.
I lavoratori delle terme hanno promesso battaglia e stanno organizzando un presidio sotto la Regione Abruzzo.
Un’istanza già raccolta da Alessandra Di Simone (Filcams Cgil), che ha già incontrato i dipendenti nel corso di un’assemblea a Caramanico.
Preoccupati anche tutti gli imprenditori e gestori del territorio che stanno perdendo clienti e rischiano il collasso; si tratta di un indotto composto da circa 400 strutture, che da sempre, si sostengono grazie alla presenza delle Terme.
“Se non riapriranno a breve le terme, noi rischiamo di chiudere nel giro di poco – è lo sfogo corale dei tanti imprenditori che da anni portano avanti attività ricettive nel territorio – i clienti continuano a chiamarci e non sappiamo più cosa rispondere, per trovare una giustificazione”.
“Caramanico è in ginocchio – continuano – così anche tutti i paesi intorno, la cui economia dipende da sempre dalle terme. Oggi viviamo un disagio economico importante e sembra non importare a nessuno. Abbiamo diritto di essere ascoltati e invece alla richiesta di un incontro con i vertici della società termale, non ci ha risposto nessuno!“.