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San Bernardino: uno scrigno di fede, storia e arte

18 giugno 2019 | 09:02
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San Bernardino: uno scrigno di fede, storia e arte

L’Aquila bella mé, alla (ri)scoperta dei gioielli della città. La chiesa di San Bernardino.

Arriva l’estate e con essa turisti e vacanzieri che certamente vorranno scegliere anche L’Aquila tra le città da visitare. O almeno dovrebbero: seppur ferita, L’Aquila resta uno scrigno di preziosi e imperdibili gioielli che tutti dovrebbero conoscere. Fiction, programmi tv (tra cui l’imperdibile Freedom con Roberto Giacobbo) hanno portato L’Aquila nelle case degli italiani, così come i tanti eventi del decennale hanno riacesso i riflettori sulla città. IlCapoluogo.it, con il suo speciale, vuole portarvi alla scoperta (o riscoperta) delle tante bellezze del posto. Iniziamo dalla chiesa di San Bernardino.

san bernardino

San Bernardino torna dopo il terremoto.

san bernardino

La notte del 6 aprile 2009 la chiesa di San Bernardino, come gran parte degli edifici di culto aquilani, ha subito ingenti danni: dal parziale crollo del campanile alla cupola e tamburo al limite del collasso; danneggiate anche le cappelle laterali, con parziali crolli delle volte e lesioni passanti sulle murature. Dopo le attività di messa in sicurezza e successivo restauro, la chiesa è stata riaperta al culto a maggio 2015.

San Bernardino, la storia in breve.

Edificata la prima volta a partire dal 1451, la chiesa di San Bernardino fu fortemente voluta dai confratelli, in particolare da Giovanni da Capestrano, per accogliere le spoglie di Bernardino Albizzeschi, frate francescano osservante, canonizzato l’anno prima, a soli 6 anni dalla morte. La fabbrica della chiesa fu finanziata con la cessione decennale della gabella dello zafferano.

San Bernardino

Da Siena, Bernardino era giunto a L’Aquila, nonostante già provato da malattia, chiamato proprio da Giovanni da Capestrano, per mettere fine al sanguinoso scontro che stava dividendo la città. Alla sua morte, le sue spoglie furono contese tra Siena, città d’origine, e i due conventi francescani dell’Aquila, San Francesco (di cui rimane l’originaria celletta che ospitò per qualche tempo il frate) e San Giuliano. A mettere fine alla contesa, l’edificazione dell’omonima chiesa che ancora conserva le spoglie del Santo. L’edificio subì diversi terremoti, tra cui quello del 1703 che distrusse gran parte della basilica, ricostruita tra il 1708 e il 1717 ad opera del romano Giovan Battista Contini.

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San Bernardino, uno scrigno d’arte.

Dell’originale basilica quattrocentesca, restano testimonianze nella forma esterna dell’abside, nel campanile a due ordini di bifore, nelle nervature della volta, nascoste dai rifacimenti barocchi, e nella cappella gotica con il ciclo di affreschi delle storie di San Francesco. Atipica è la collocazione del complesso rispetto al centro urbano, posto in zona periferica, ma a ridosso delle mura, in prossimità di Porta Leoni, sul sito della chiesa di Sant’Eligio (o Sant’Alò) che avrebbe potuto fungere da sagrestia per il nuovo edificio.

san bernardino

La facciata attualmente visibile – che presenta legami con l’arte romanica locale, nella terminazione rettilinea e l’uso dei rosoni – fu commissionata nel 1525 a Nicola Filotesio, detto Cola dell’Amatrice, e terminato il primo ordine nel 1527, come testimonia l’iscrizione sul fregio della trabeazione. L’impianto della chiesa rimanda nella pianta a Santa Maria del Fiore, con possibile riferimento all’origine toscana del Santo a cui veniva dedicata. Gli interni vennero impreziositi nel 1488 con il monumento funebre di Maria Pereyra Camponeschi e della figlia Beatrice e, nel 1505, con il mausoleo di San Bernardino, entrambi realizzati da Silvestro dell’Aquila. Il soffitto attuale è opera dell’intagliatore Ferdinando Mosca di Pescocostanzo, mentre Girolamo Cenatiempo realizzava le tele con la vita del Santo. All’interno della chiesa sono conservate importanti opere d’arte di Andrea Della Robbia, Francesco Bedeschini, Pompeo Cesura e Rinaldo Fiammingo.

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Dal 1954, grazie al devoto interessamento del giovane francescano fra Salva­tore Roccioletti e dei frati Minori del Convento di San Bernardino, ha ripreso vigore la tradizionale processione del Venerdì Santo, i cui simulacri – opera dell’artista aquilano Remo Brindisi – sono custoditi in un’ala del monastero. Dal 2000 è l’Associazione Cavalieri del Venerdì Santo, formata da laici e religiosi, che cura l’annuale evento religioso.