Gran Sasso, una vetta intitolata a Daniele Nardi

Nel giorno del compleanno di Daniele Nardi, l’alpinista scomparso sul Nanga Parbat, il ricordo di Paolo De Luca.
«Il 24 giugno è un giorno importante per l’alpinismo». Lo ricorda Paolo De Luca, maestro di sci e di escursionismo di Pietracamela (Te), che ricorda: «È un giorno importante perché è nato uno dei più forti alpinisti Italiani, il laziale Daniele Nardi che in carriera ha conquistato la vetta di cinque Ottomila. Daniele ci ha lasciato mentre tentava la prima salita invernale dello sperone Mummery al Nanga Parbat ( 8126 mt) insieme al suo compagno di cordata Tom Ballard. “Per noi dell’Appennino il Gran Sasso è una seconda casa”, così raccontava e per questo era facile incontrarlo mentre si allenava per le spedizioni».

«Proprio per ricordarlo come merita, – spiega De Luca – sono salito sul Corno Grande e alla croce della vetta Occidentale ho lasciato una sua foto, perché questa montagna, che tanto ha amato, possa custodire la memoria e perché il libro di vetta possa raccogliere tutte le dimostrazioni di affetto e le preghiere che gli amici vorranno dedicargli come ho fatto io. Mi auguro che la sua memoria venga indelebilmente legata alla nostra montagna, al Gran Sasso, intitolandogli una vetta, un sentiero, un canale o una cresta. “Riuscire a credere che la scalata sia possibile “, questo diceva, è la cosa più importante, e lui ci ha creduto fino all’ultimo».

