Incuria, degrado e sporcizia a Capitignano

Degrado e incuria a Capitignano. Parla il coordinatore del Movimento civico: “siamo a un bivio per il nostro territorio”.
Spazzatura di vario genere, anche rifiuti ingombranti e qualche frigorifero; ecco come si presentano le campagne incolte e alcune abbandonate nel cuore della Valle dell’Aterno.
Proprio nelle scorse settimana a causa della poca visibilità causata dall’erba alta una femmina di capriolo incinta è stata investita da un automobilista, perdendo così sia la vita che il suo cucciolo.
La denuncia arriva al capoluogo da Pio Fulvi, originario di Capitignano e coordinatore del movimento civico per Capitignano e Frazioni che parla del suo territorio come di un posto, “con delle opportunità al bivio”.
Il suo è un appello alla “civiltà di chi ha a cuore questo posto”.
“Sono passati circa 25 anni dalla emanazione della Legge istitutiva del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Il Comune di Capitignano posto alle pendici del magnifico lago di Campotosto sin dall’applicazione della legge ha visto gran parte del suo territorio e dei suoi centri urbani inseriti all’interno dell’area Parco”, ricorda al Capoluogo.it.

“Inizialmente – continua – come ogni questione innovativa e sconosciuta, ha generato qualche avversione da parte della popolazione, anche dovuta al fatto che agli inizi degli anni ’90 molti terreni erano ancora coltivati e l’idea dello scorazzare degli animali selvatici o delle possibili limitazioni dovute alle regole di cui giustamente deve dotarsi un Ente la cui mission è esclusivamente quella di tutelare l’ambiente a discapito della libera scelta del cittadino nel realizzare interventi sul proprio territorio, non fece accettare di buon grado l’evento”.
“Con l’andar del tempo, quei campi sono rimasti quasi del tutto incolti e abbandonati, alcuni importanti benefici economici hanno favorito diverse opere pubbliche come per esempio la metanizzazione, di conseguenza quella iniziale avversione ideologica è venuta fortemente meno ma mai tramutatasi, ancora ad oggi, in simpatia o in matrimonio definitivo”, aggiunge.
Da qui il bivio, “o si comprende – è il pensiero del coordinatore – l’importanza delle potenzialità che un’area Parco può esprimere e quindi fare quadrato attorno ad essa riconoscendola come madre turistica ed economica per il futuro oppure occorrerà chiedere di uscirne. Non vi sono alternative in un tale rapporto cittadino/ambiente indefinibile e a volte, anzi molto spesso, avverso“.
“Buttare la spazzatura in aperta campagna crea disagi non solo a chi questi posti li frequenta ma denota un disagio culturale importante”.
“Qualche tempo fa molti volontari del posto e non hanno indetto una giornata ecologica raccogliendo in una sola giornata oltre 100 quintali di immondizia, ferraglia, plastica, cucine, frigoriferi, mobili, televisori, lavatrici e chi più ne ha più ne metta, dandone anche ampia pubblicità sui media e sui social. Alla vista di queste immagini e di questi rifiuti casalinghi avvistati ieri ad un metro da una strada maestra interna al paese ci fa capire che in termini di amore per la natura siamo all’anno zero”.
“Uno stato di cose – aggiunge – che lascia interdetti per la superficialità e la spregiudicatezza con cui vengono trattate zone che, al contrario, dovrebbe avere tutte le strade pulite, tutti gli ingressi principali del paese abbelliti, tutti i giardini nel centro storico ben tenuti ed ordinati, le case ornate con cura, dalle zoccolature ai comignoli ai sottogronda agli imbotti delle aperture, ai colori delle abitazioni”, aggiunge.
“Come Movimento Civico, abbiamo inviato al sindaco una serie di fotografie di aree interne a forte e pericoloso degrado ambientale ormai da decenni e attendiamo ora la sua iniziativa risolutiva, pronti a tornare con veemenza su un vitale argomento che di fatto blocca sviluppo ed economia nel futuro di cui molti, forse in troppi, ancora non si avvedono”, conclude.