Due reperti sotto la cattedrale, cantiere verso lo stop

due reperti sotto la cattedrale di San Massimo, cantiere verso lo stop.
Come riporta Il Centro, durante i sondaggi di archeologia preventiva sono stati rinvenuti locali ipogei nella navata di sinistra, probabilmente precedenti ala costruzione della chiesa che risale al XIV secolo.
Non trova “pace” quindi la cattedrale di San Massimo, uno dei simboli della città gravemente danneggiata dal terremoto del 2009 e da allora esposta non solo alla corrosione del tempo ma anche alle intemperie.
Per la ricostruzione della cattedrale che gravita intorno a un aggregato che verrà riconsegnato a breve, nel 2016 sono stati stanziati 18 milioni di euro all’interno del Piano strategico turismo e cultura.
Questi fondi coprirebbero solo il primo lotto di lavori la copertura del Duomo, per cui Invitalia affiancherà nella procedura il ministero, data la rilevanza dell’importo.
Altri 15 milioni saranno poi necessari a ultimare i lavori.
Il ritrovamento di queste ore nonostante la sua sensazionalità potrebbe quindi allentare ancora una volta l’iter per la ricostruzione.
Inoltre potrebbe modificare il progetto di restauro, già in fase di disamina da parte della Soprintendenza dell’Aquila e del cratere, diretta da Alessandra Vittorini, che ha istituito una commissione ad hoc.
“I due vani in corrispondenza della navata della chiesa, sotto il pavimento, sono venuti alla luce nel corso di alcune indagini preventive”, ha spiegato il segretario regionale per i Beni culturali, Stefano D’Amico.
“Sulla questione c’è già stato un confronto tra la Soprintendenza per L’Aquila e il cratere e i progettisti dell’intervento di restauro. È stata fatta anche una documentazione fotografica, ma la situazione va verificata nei dettagli. Si tratta solo di alcuni primi elementi di un quadro più ampio che deve essere ancora delineato”, ha aggiunto.
“Come Segretariato, in quanto stazione appaltante, ci stiamo attivando per individuare l’impresa che effettuerà questi sondaggi di archeologia preventiva, secondo quanto dice il codice dei contratti pubblici”, ha chiarito D’Amico.
“Cercheremo di individuare la ditta nel più breve tempo possibile. Terminate le verifiche archeologiche bisognerà valutare i rinvenimenti, in modo da tenerne conto, sia nel progetto stesso, sia nell’iter autorizzativo da parte della Soprintendenza. Bisogna capire se c’è necessità di intervenire sulle fondazioni diversamente rispetto a quanto previsto”, ha concluso D’Amico.
Una volta terminate le indagini di archeologia preventiva e stilato il progetto, questo dovrà essere validato da una società esterna alla Soprintendenza e infine ottenere l’autorizzazione antisismica del Genio civile.
Con i lavori di ristrutturazione a seguito a seguito del terremoto del 6 aprile si tratta della terza ricostruzione della cattedrale.
La prima in seguito al terremoto del 1315, il primo della storia aquilana.
Il terremoto del 1703 distrusse completamente il duomo, della cui costruzione originaria rimane solamente il fianco settentrionale, parallelo alla via Roio, ed alcune decorazioni interne.
Questi lavori furono assai difficoltosi e si prolungarono per circa settant’anni. La speranza per gli aquilani è di riavere San Massimo molto prima.