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Ex Intecs: parlano i ricercatori, manca un chiaro impegno

10 luglio 2019 | 12:31
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Ex Intecs: parlano i ricercatori, manca un chiaro impegno

Dopo l’incontro tra Thales e Mauro Febbo, parlano gli ex ricercatori della Intecs: “ancora non abbiamo una data certa!”.

Non abbiamo una data, non è uscito un impegno concreto, per noi quello di ieri è stato solo l’ennesimo incontro interlocutorio che non ci dà nessuna certezza per il nostro presente e il nostro futuro”.

Sono ancora parole amare, quelle rilasciate ai microfoni del Capoluogo.it da un gruppo di ex ricercatori della Intecs, all’indomani dell’incontro che ha visto seduti Thales e l’assessore della Regione Abruzzo con delega alle Attività produttive, Mauro Febbo.

Secondo Febbo, “l’accordo per il reintegro degli ex lavoratori della Intecs nell’ambito del piano nazionale della Space economy, su cui la Regione Abruzzo ha investito milioni di euro non si è mai bloccato ma ha avuto solo un rallentamento procedurale”.

Di ben altro avviso gli ex ricercatori, che attendono risposte concrete e soprattutto un incontro con l’assessore Febbo, dal momento che ieri al tavolo con la Thales non era prevista la presenza di nessuna rappresentanza dei lavoratori.

“Mi sembra comunque ha detto ancora Febbo – che il quadro che ne viene fuori al termine del confronto con i rappresentanti di Alenia mi induca a rassicurare i lavoratori, anche perché la Regione Abruzzo sta portando avanti le trattative con il Mise e con le aziende coinvolte per arrivare a dare una risposta concreta agli ex dipendenti della Intecs”

Il riassorbimento di circa 60 figure professionale dalle 70 iniziali si trascina ormai ormai da quasi 3 anni, ovvero da quando furono tutti licenziati, senza preavviso, dopo anni di servizio presso il Tecnopolo dell’Aquila.

I licenziamenti “lampo” del 2018 sono arrivati dopo una sofferta vertenza, conseguente alla decisione della casa madre romana della società che decise di smantellare il sito aquilano, nonostante le garanzie di rilancio, dopo averlo rilevato dalla Dompè.

A marzo scorso gli è stata anche sospesa la Naspi, ovvero l’indennità mensile di disoccupazione, in quanto secondo l’ente previdenziale, sembra che manchino i requisiti.

E se è vero che mancano questi requisiti, i ricercatori ex Intecs oltre al danno potrebbero subire anche la beffa, secondo quanto riferito anche dai sindacati, di dover restituire quanto erogato finora.

Va ricordato che si tratta di tutte figure specializzate a altamente qualificate, con un pregresso di esperienze in Italia e anche all’estero.

All’indomani del licenziamento per molti di loro è stato difficilissimo reintegrarsi nel mondo del lavoro, “troppo vecchi per essere assunti e troppo giovani per andare in pensione”, è stato uno degli slogan della loro protesta pacifica, portata avanti con dignità e correttezza davanti i cancelli della sede della Regione Abruzzo in via Leonardo da Vinci.

Una situazione definita di vera “emergenza sociale” non solo dai  ricercatori ma anche dalle varie rappresentanze sindacali.

Molti di loro non sono aquilani, ma nel capoluogo, dopo 30 anni, hanno creato nuclei familiari, contratto mutui per acquistare casa, creato una quotidianità importante e che impegni in alcuni casi di poter ricominciare altrove.

Prima delle ultime elezioni regionali, proprio pochi giorni, l’ex vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, aveva parlato della probabilità di un loro riassorbimento attraverso lo Space Economy e sotto l’egida di una startap aquilana, la Forender 24.

A oggi, anche sotto questo fronte, sembrano non esserci novità.  La startup, secondo quanto venne annunciato da Lolli avrebbe riassunto fino a 30 dipendenti a tempo indeterminato, attingendo proprio dal bacino degli ex lavoratori.

A oggi dalla Forender24 sembra non esserci nessuna novità; anzi per molti di questi ricercatori l’annuncio di Lolli è sembrato “un semplice proclama in vista della tornata elettorale”.

La Regione Abruzzo ha investito nello Space Economy 5 milioni di euro già versati, e altri 5 stanziati, tramite un bando ad hoc.

In tutto, per l’Abruzzo, ci sono 25 milioni di euro sul progetto, grazie alla presenza sul territorio aquilano di tre imprese di settore a partecipazione pubblica: Thales Alenia SpaceLeonardo e Telespazio.

“Per ora passi avanti non ce ne sono, E noi siamo in piena emergenza. Senza stipendi e senza ammortizzatori sociali molti di noi non possono garantire nulla nemmeno alle proprie famiglie”,è lo sfogo degli ex ricercatori.

“Noi andiamo avanti, per cercare di suscitare attenzione. Ci considerano vecchi per il lavoro e giovani per la pensione proprio all’Aquila, dove abbiamo lavorato una vita e dove si parla continuamente di nuove sperimentazioni e tecnologia 5G”, continuano.

“Stiamo qui e attendiamo. Adesso la cosa che ci preme più di ogni altra è avere un incontro aperto con le istituzioni, con il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio e con l’assessore Mauro Febbo“.

“Speriamo davvero che si possa sapere qualcosa di certo. Una data, un numero, una qualunque cosa che ci consenta di poter guardare al futuro con una leggera speranza”, concludono.