Strade di sangue: 8 morti e 332 feriti in incidenti solo nel 2018

13 luglio 2019 | 08:30
Share0
Strade di sangue: 8 morti e 332 feriti in incidenti solo nel 2018

Incidenti stradali a L’Aquila e provincia. I dati del 2018. Otto morti e 332 feriti in 800 incidenti. La Polizia Stradale ha ritirato 643 patenti.

Quasi un ferito al giorno, più di un morto ogni due mesi. È questo il tragico bilancio della “guerra” che si combatte ogni giorno sulle strade della provincia di L’Aquila. Un bilancio dovuto a fattori che, per quanto noti, vengono costantemente ignorati con il più classico dei “tanto a me non succede”. Alta velocità, distrazione (in questo caso lo smartphone è il maggior imputato), guida in stato di ebrezza o sotto stupefacenti, tanti i fattori in gioco che influiscono sui sinistri stradali e sulla loro gravità. Il semplice rispetto delle regole del Codice della Strada eviterebbe lo stillicidio pressoché quotidiano di incidenti più o meno gravi.

Da questo punto di vista, fondamentale l’apporto della Polizia Stradale che – come illustrato dal Questore Orazio D’Anna durante la cerimonia per il 167° anniversario di fondazione della Polizia di Stato – nel 2018 ha controllato oltre 42000 persone e 41000 veicoli, ha proceduto a 306 denunce, di cui 249 per guida in stato di ebbrezza e 22 per guida sotto l’effetto di stupefacenti. Ha inoltre rilevato 800 incidenti, con complessive 332 persone ferite e 8 decedute, accertato oltre 20500 infrazioni, di cui 1856 per superamento dei limiti di velocità, effettuato 31391 Alcol test, 56 Droga test e ritirato 643 patenti».

Numeri che certificano una volta di più la portata di un problema che non può essere risolto solo con le attività di prevenzione, repressione e sensibilizzazione da parte delle forze dell’ordine. Occorre uno scatto culturale generale, che riveda le priorità, nel momento in cui ci si mette alla guida. Diversamente, almeno una volta ogni due mesi si caricherà di un proiettile la pistola della roulette russa sulla strada, che può sparare contro noi stessi o contro una vittima innocente. Vale la pena rischiare?