Defibrillatore salvavita, come utilizzarlo
Cosa fare nel caso ci si imbatta in una persona con gravi problemi cardiaci: il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore.
Cosa fare nel caso ci si imbatta in una persona con gravi problemi cardiaci: il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore.
La spiegazione è a cura del dottor Carmine Maccarone, cardiologo aquilano.
La campagna da cui è stato tratto il video si chiama “Io c’entro” perché è partita dal centro storico ma riguarda chiunque, anche i soggetti sani, non affetti da cardiopatie
La cosa fondamentale nei casi di arresto cardiaco è la ricchezza e la precisione di indicazioni e di informazioni che si forniscono agli operatori che devono prestare soccorso.
«In contesti come questi il tempo è denaro – raccomanda Maccarone -. Chi chiama il 118 deve essere il più chiaro e il più calmo possibile.»
Bisogna provocare una reazione alla persona per vedere se il sangue arriva al cervello. Uno degli stimoli più veritieri è lo stimolo doloroso. Se il paziente non risponde bisogna chiamare immediatamente il 118, qualificandosi e fornendo quante più indicazioni dettagliate possibile.
I manichini di ultima generazione utilizzati per le esercitazioni mostrano addirittura l’afflusso di sangue al cervello.
«Mentre si attende l’arrivo del 118, le persone formate per il massaggio cardiaco devono iniziare a massaggiare il paziente. C’è necessità di mantenere una frequenza di compressione di 100/120 al minuto. È un’operazione fisicamente stancante» prosegue Maccarone.
«L’arresto cardiaco è un’interruzione elettrica. Si applicano dunque i due elettrodi atti a fornire corrente elettrica in andata e in ritorno. Le due sorgenti elettriche devono provocare lo shock elettrico per far ripartire il cuore.»
Il defibrillatore analizza anche il ritmo cardiaco del paziente e fornisce indicazioni e tempo di durata del massaggio.
«La macchina esenta l’operatore dalla diagnosi. L’operatore deve seguire letteralmente le indicazioni del defibrillatore.»