Pierluigi Biondi, una candidatura possibile

I tempi sono maturi per la candidatura di Pierluigi Biondi in Parlamento.Non sussistono i termini dell’incandidabilità, quindi non deve dimettersi.
La crisi di Ferragosto arriva come un fulmine a ciel sereno. Anche i politici aquilani sono stati colpiti da questa onda d’urto della crisi aperta dalla Lega, soprattutto quelli che stavano lavorando per costruire l’opportunità politica di una candidatura alle prossime politiche, che sembravano nell’aria, ma non così tanto vicine.
È innegabile che a L’Aquila, tra tutti, il candidato che potrebbe fare più frastuono sarebbe il sindaco Pierluigi Biondi.
Quello di Pierluigi Biondi è un percorso politico nato dal basso e giunto a guadagnarsi la fiducia incondizionata della Leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.
La sua campagna elettorale nel 2017 e, di riflesso, quella di Marsilio ci hanno abituato a vedere al suo fianco Giorgia Meloni che ha accompagnato con determinazione ed entusiasmo la conquista del primo sindaco di FDI di un Capoluogo di Regione e del primo governatore targato Fratelli d’Italia.
Pierluigi Biondi è cresciuto molto politicamente ed i tempi sarebbero maturi per vederlo spiccare il volo verso Roma.
‘In questo caso non sussisterebbe l’incandidabilità’ spiega al Capoluogo il costituzionalista Fabrizio Politi, professore ordinario di Diritto Costituzionale dell’Universita di L’Aquila, quindi il sindaco potrebbe affrontare la campagna elettorale e le elezioni con la fascia tricolore al collo e, solo dopo la sua elezione, incappare nell’incompatibilità.
‘L’incompatibilità tra l’incarico di Sindaco e quello di Parlamentare obbligherebbe Pierluigi Biondi a dimettersi l’attimo dopo che gli venisse contestata dalla Giunta per le elezioni’ ha aggiunto il professor Politi.
Solo a quel punto, quindi, il sindaco dovrebbe dimettersi e la città di L’Aquila tornerebbe alle urne a primavera, insieme al comune di Avezzano.