Regione Abruzzo, il Giano Bifronte e i rapporti con il Lazio

11 agosto 2019 | 11:35
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Regione Abruzzo, il Giano Bifronte e i rapporti con il Lazio

“Giano bifronte”, sembra sia tornato di attualità all’interno della Regione, ripresentato nelle vesti e nel ruolo del Governatore della Regione, più correttamente e legalmente Presidente della Giunta Regionale.

I corsi e i ricorsi storici stupiscono sempre la pubblica opinione, specialmente in questo ultimo periodo. Gli
atteggiamenti e i comportamenti di alcuni personaggi, siano essi politici che semplici amministratori locali,
richiamano alla mente un elemento importante della vita “Romana”.

Mi riferisco a “Giano bifronte”.

Divinità capace di guardare contemporaneamente al passato e al futuro, all’interno e all’esterno di un ambiente, con un semplice abbassamento a innalzamento di una delle due facce contrapposte.

Sembrerebbe che in certo periodo i Romani abbiano venerato una divinità denominata “Quadrifronte”, con le quattro facce rivolte ai quattro punti cardinali, oggi più che mai di moda. Si cambia, troppo spesso, punto
di vista.

“Giano bifronte”, sembra sia tornato di attualità all’interno della Regione. Sarei portato a credere
che possa essersi ripresentato nelle vesti e nel ruolo del Governatore della Regione, più correttamente e
legalmente Presidente della Giunta Regionale.

Qualche tempo fa questo personaggio ebbe ad esporre una tesi apparentemente credibile.

Avrebbe voluto che la governabilità costiera venisse spostata sull’asse Civitavecchia – Ortona, per consentire alla struttura portuale abruzzese un possibile e auspicabile sviluppo strutturale.

Esattamente il contrario. Sarebbe relegata, invece, ad un ruolo di sudditanza della marineria tirrenica. Inoltre, ha affermato che l’operazione avrebbe consentito alle aree interne un decollo socio economico.

Ha dato ancora maggior peso al discorso asserendo che, proprio le aree interne, sono state dimenticate dalla regione per troppi anni. L’enfatico ed evanescente discorso del “Giano” regionale ha fatto sorgere qualche dubbio, specialmente sotto il profilo della credibilità.

Dalle colonne del nostro giornale ho posto l’attenzione sull’idea programmatica regionale. Un’attenta analisi critica mi ha consentito di individuare i veri motivi celati nella favolosa e accattivante ipotesi progettuale. In effetti, il progetto non riguarda lo sviluppo delle aree interne. Esso mira a cercare una formula recondita per vitalizzare due strutture agonizzanti finanziariamente.

L’Interporto di San Valentino e il Consorzio Ortofrutticolo di Cepagatti, per i quali sono state spese ingenti sostanze economiche pubbliche.

Ma, a parte i fondi impiegati per la realizzazione delle strutture, attualmente, l’aspetto più preoccupante è costituito dalle pesanti spese di gestione che, guarda caso, vengono sottratte agli auspicati investimenti per attività produttive nelle depresse e dimenticate aree interne.

Dopo questo mio intervento è cessata drasticamente l’informazione sull’argomento. Anzi, in maniera assai larvata, si è sentito dire nelle sedi istituzionali che l’idea avrebbe avuto bisogno di una approfondita riflessione.

Invece, il “Giano bifronte” della Regione, abbassando lo sguardo sulle aspettative delle aree interne, volgendo lo sguardo con l’altra faccia verso la costa, ha tessuto una fitta rete di rapporti segreti, o per lo meno riservati, con il Lazio.

Ha ottenuto l’inseguita risposta, con la quale i laziali hanno dichiarato di essere favorevoli alla revisione delle competenze delle Capitanerie, con la conseguente realizzazione del perseguito asse Civitavecchia Ortona.

Dell’esistenza di questa nota se ne parlava in alcuni ambienti prima ancora che il Consigliere Pettinari la portasse ufficialmente all’attenzione dell’opinione pubblica. A questo punto il discorso diventa sempre più interessante e complicato.

Infatti “Giano bifronte” è venuto a trovarsi dinanzi a un bivio. Assolvere gli impegni presi nei confronti delle aree interne, oppure prendere per i fondelli, per l’ennesima volta i cittadini di questi territori?

Nel primo caso dovrebbe mettere in atto una serie di investimenti economici, così come ha dichiarato, per cercare di correggere l’evidente squilibrio di sviluppo economico dei territori interni, creato dalle disattenzioni regionali.

Nel secondo caso la scelta di diverse strategie risulterebbe assai pericolosa.

Potrebbe innescare processi di protesta assai pericolosi. Forse, sarebbe il caso di portare a conoscenza degli elettori
contribuenti almeno una bozza dell’auspicato programma regionale di sviluppo a medio termine. Nel caso
“Giano”, o chi per lui, non sia dell’idea di provvedere in merito, dovrebbe cortesemente avere la sensibilità
e l’onestà intellettuale di pubblicare correttamente le effettive spese sostenute per la realizzazione dei
predetti impianti e le notevoli perdite di esercizio, dal momento in cui sono entrate in attività, senza
ricorrere agli inutili sotterfugi di togliere qualche zero alle cifre, imputando, poi, l’errore alla mancata
battitura dell’ultima cifra. Occorre chiarezza nella gestione della cosa pubblica.

La stessa chiarezza con la quale dico a “Giano bifronte” che l’asse Civitavecchia Ortona non risolverà alcun problema. Anzi aggraverà la condizione dell’Interporto facendolo risultare decisamente decentrato e improduttivo.

A questo punto “Giano bifronte” avrà la necessità di aggiungere altre due facce per accorgersi che l’unica struttura funzionale e razionale è quella della Marsica, posta in posizione baricentrica rispetto al quadrilatero portuale di Ortona, Ancona, Civitavecchia e Napoli.

Quest’ultimo scalo portuale è tra i più attivi d’Italia.

Basta consultare i dati ufficiali nazionali del movimento merci in entrata e in uscita. La spiacevole circostanza della scoperta di ingiustificabili sotterfugi non depone bene e lascia intravedere pesanti dubbi sulla corretta gestione amministrativa regionale. Intanto, i cittadini delle aree interne, ancora una volta traditi e turlupinati, si auspicano che l’argomento possa far parte del pacchetto di verifica dell’operatività dell’attuale Giunta Regionale, prima ancora di un possibile intervento della Giustizia Amministrativa.

Comunque, vigileranno sul comportamento della Regione, restando in attesa di conoscere il prescritto
programma di sviluppo regionale, con particolare riguardo ai territori interni.