Pd Abruzzo verso le elezioni, Fina: nulla è scontato

Il segretario del Pd Abruzzo, Michele Fina, analizza la crisi di governo, dal nazionale al regionale.
Dall’autonomia differenziata, alla Legge di Bilancio, passando per l’ipotesi di elezioni anticipate, l’intervista a 360 gradi a Michele Fina, firmata ilcapoluogo.it.
La crisi del Governo è partita da Pescara, almeno ufficialmente. Quando dalla Piazza di Pescara il ministro degli Interni Matteo Salvini ha lanciato la sua prossima candidatura a Premier, annunciando la corsa, in solitaria, della Lega. Dalla mozione di sfiducia, presentata da Salvini verso il premier Giuseppe Conte, sono partite, immediate, le manovre tra le fila governative, in attesa del voto in Senato. Sarà l’aula, il prossimo 20 agosto, ad esprimersi. La certezza, al momento è una: non è ancora chiaro dove porterà la crisi emersa all’improviso, o quasi. L’analisi di Michele Fina parte dal Pd, per poi passare alla causa scatenante della crisi nazionale.
“Noi, come Pd, saremo pronti alla sfida elettorale, qualora ci dovesse essere. I passi che abbiamo davanti a noi sono chiari e la parola, adesso, passerà al Presidente della Repubblica. Il futuro dipenderà dalla sua decisione e noi dovremo, di conseguenza, fare le nostre considerazioni. Ricordo che restiamo il Partito a tutela delle Istituzioni e dell’ordinamento democratico“.
Michele Fina, le ragioni di una crisi governativa
“La crisi è stata scatenata da malcelati dissidi interni alla Lega – spiega Fina alla nostra redazione – Dissidi esplosi sul tema della cosidetta Autonomia Differenziata, con gli attacchi di due governatori della Lega Nord, rispettivamente i governatori di Veneto e Lombardia, contro il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il senso dei loro attacchi era il seguente: ‘Se non si approva la nostra proposta di Autonomia Differenziata, questo Governo non serve’.”
“Ciò che a noi abruzzesi deve essere chiaro, però, è che si parla di Autonomia Differenziata, ma si intende una vera e propria secessione” continua Fina. “Il disegno, secondo il Referendum fatto in Veneto e Lombardia, prevede di tenere il 90% delle risorse fiscali di quelle Regioni nelle Regioni stesse. Questo significherebbe una diminuzione delle entrate fiscali allo Stato per decine di miliardi e, in particolare, la fine di trasferimenti alle nostre scuole e ai nostri ospedali, per centinaia di milioni di euro. Questa riforma, secondo quanto calcolato dalle forze sociali, solo per l’Abruzzo determinerebbe meno 400 milioni di euro di investimenti“.
Da una crisi attualmente in corso, a quello che potrà esserne lo scenario finale più prossimo di quanto non si pensi, cioè le elezioni nel prossimo autunno. Elezioni che, secondo i recenti sondaggi, vedrebbero la Lega in vantaggio.
“La realtà – precisa Fina – è che da un lato l’elettorato è diventato molto più volatile in questi anni, dall’altro lato c’è una regola aurea in politica: chi precipita il paese alle elezioni paga in termini di consenso popolare. E credo che queste prime reazioni lo confermino. Se dovessero esserci elezioni anticipate nulla sarebbe scontato”.
Tra le ipotesi per il prossimo futuro politico del Governo italiano anche un ipotetico governo tecnico. Gli italiani dovranno temerlo?
“È un’ipotesi inaccettabile. – dichiara Fina – I conti lasciati aperti da questo Governo, qualora lo stesso cadesse prima dell’impegno della manovra di Bilancio, sono considerevoli. E fare un Governo solo per pagare questi conti sarebbe un regalo agli attuali governanti, che hanno preso delle misure onerose senza preoccuparsi delle relative coperture. Se ci saranno i margini per un accordo politico di lungo respiro e chiaro, consapevole della sfida che avremo davanti, senza far precipitare nuovamente il nostro paese, ben venga. Sono sicuro che Mattarella verificherà la situazione agendo nell’interesse di tutti”.
Michele Fina, dal Governo nazionale al Governo regionale
“In Abruzzo c’è una situazione singolare. Il Governo ancora non ha prodotto grandi risultati. Ci si è accapigliati sulle nomine, aprendo una crisi a sei mesi di vita, senza che le cause scatenanti fossero chiare. Un battibecco, al solito, riguardante rappresentanze e gruppi di alleati, nulla concernente le probematiche attuali degli abruzzesi”
“Nella nostra regione – continua Michele Fina – il centrodestra ha vinto grazie alla forte ondata nazionale, in particolare della Lega, ma ha anche fatto una scelta pericolosa. Ha usato, infatti, questo ‘vento’, proponendo una classe dirigente inadeguata alla sfida. La nostra è una Regione che versa in una situazione delicata e la classe dirigente ormai sembra assente. Lo si percepisce chiaramente. La spinta nazionale può farti vincere l’elezione, ma non ti dà garanzia di continuare a governare“.