Auto giornalista Claudio Lattanzio a fuoco, è atto doloso

È di origine dolosa l’incendio che ha distrutto l’auto del giornalista di Sulmona Claudio Lattanzio a Ferragosto. I motivi legati probabilmente a recenti inchieste portate avanti da Lattanzio.
La conferma arrivata dai Carabinieri che stavano indagando per capire se dietro l’incendio che ha distrutto a Ferragosto la macchina del collaboratore del Centro e corrispondente dell’Ansa da Sulmona Claudio Lattanzioci fosse un atto voluto o un cortocircuito.
Dalla perizia è emerso, infatti, che il liquido infiammabile è stato versato sulla ruota anteriore, dal lato del passeggero. Una tecnica già utilizzata in altre circostanze che permette di avere la certezza che l’auto andrà a fuoco.
La ruota intrisa di liquido infiammabile, ha la capacità di alimentare in maniera continua la fiamma che ben presto si propaga prima al motore e quindi all’abitacolo dell’auto. Tecnica che consente al piromane di potersi allontanare con tutta tranquillità prima che divampino le fiamme e con la certezza di aver centrato l’obiettivo.
Come riporta Il Centro va avanti l’inchiesta aperta sul caso dalla Procura che per il momento è contro ignoti. Già dai prossimi giorni i carabinieri inizieranno ad ascoltare alcuni dei sospettati che potrebbero aver compiuto l’atto incendiario.
Sembrerebbe quasi certo che dietro l’atto ci sia l’attività svolta dal giornalista: ad esempio quella del ritrovamento di cani seppelliti nel terreno del canile municipale, ma anche quella dei dipendenti assenteisti al Comune di Sulmona. E ancora agli articoli dedicati all’operazione “Piccolo Colosseo”, che ha sgominato nel 2013 un’organizzazione criminale finalizzata al controllo dello spaccio di droga su tutto il territorio peligno e che ha portato nel luglio scorso alle prime condanne per 4 persone, e ad un patteggiamento.
Hanno suscitato indignazione e rabbia alcuni commenti apparsi sui social che hanno accolto con soddisfazione l’atto incendiario.
“Solo la macchina? Quando sei un infame e ti guadagni da vivere come un avvoltoio sulle disgrazie altrui”, “male non fare paura non avere”. Tutte persone che secondo gli investigatori starebbero alimentando odio, in qualche modo giustificando atti gravi e deplorevoli come quello compiuto nei confronti di Claudio Lattanzio. Persone che nei prossimi giorni saranno denunciate per istigazione all’odio e alla violenza.