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Far West a L’Aquila parte seconda: “Dove sono i controlli?”

21 agosto 2019 | 10:29
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Far West a L’Aquila parte seconda: “Dove sono i controlli?”

Movida molesta: Far West aquilano capitolo secondo. “Vivo da poco in centro, ma ho constatato totale assenza di controlli. I giovani fanno ciò che vogliono”, denuncia una lettrice.

Il fronte dei cittadini scontenti, che vivono in centro città, si allarga. A Dillo al Capoluogo la segnalazione di una lettrice che lamenta “totale assenza di controlli da parte delle autorità competenti”.

“Vivo da poco in centro storico con la mia famiglia – ci scrive la lettrice – ma sto già constatando la totale assenza di controlli sul territorio. Ogni giorno, ma sopratutto nei fine settimana, i vicoli del centro, nel mio caso parlo soprattutto di Via delle Grazie – la parallela dei Portici che parte da Piazza Santa Giusta e termina a Piazza Nove Martiri – è attraversata da bande di ragazzini, italiani e stranieri, spesso ubriachi, che si divertono a rompere bottiglie per terra ed urlare”.

Una situazione, quella descritta, non particolarmente piacevole, che sottolinea come spesso i giovani tirati in causa si sentano “liberi di comportarsi a loro piacimento, senza regole e senza nessuno a porre freno ad un fenomeno generale e generalmente diffuso, almeno in centro città“.

Far West da movida molesta, quando “Vivere in centro è sinonimo di insicurezza”

“Possiamo in queste condizioni mandare i nostri figli di sera soli in giro? Personalmente io non me la sento e non lo ritengo giusto. L’Aquila non è una città sicura, ad oggi non lo è più”.

Denunce lanciate non solo attraverso le parole, i social e i mezzi di informazione, la lettrice che scrive ha anche tentato di agire con atti pratici. Stando a quanto scrive, infatti, dichiara di aver segnalato la situazione a chi di competenza, ma invano. “Ho provato a contattare le autorità competenti ma nessuno è venuto a controllare. Ho fatto anche una segnalazione all’ASM per poter far ripulire la strada – poiché questi giovani fanno ciò che vogliono davanti ai nostri portoni – ma anch’essa è rimasta inascoltata. Mi chiedo: ‘Importa a qualcuno di questa città?’

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