Monsignor Antonini, contestualizzare il nostro sacro per rinascere

Il sacro a 10 anni dal sisma, 14 opere per 13 edifici contestualizzate in un volume da Monsignor Orlando Antonini.
Monsignor Orlando Antonini, Nunzio apostolico Antonini ha riassunto la sua conoscenza e il legame con questo territorio nel volume “L’Aquila. Contesto architettonico sacro di opere d’arte in mostra” (ed. Verdone), scritto a corredo del catalogo dell’esposizione che, attualmente in corso in Val d’Aosta, al Forte di Bard, presenta 14 opere di scultura, pittura e oreficeria, provenienti da 13 chiese aquilane, recuperate e restaurate dopo il sisma.
Il libro è stato presentato ieri, 26 Agosto, con gli interventi di Raffaele Daniele, vicesindaco e coordinatore del Comitato Perdonanza, dell’architetto Maurizio D’Antonio, di Marco Zaccarelli, curatore della mostra “L’Aquila. Tesori d’arte tra XIII e XIV secolo” al Forte di Bard (Aosta), di Giovanna Di Matteo, storico dell’arte, e dell’editore Domenico Verdone; modera Massimo Alesii, portavoce del Comitato Perdonanza.

Il contesto sacro a 10 anni dal sisma, 14 opere per 13 edifici
Il progetto fortemente voluto dal coordinatore Marco Zaccarelli, che ha spiegato che la mostra rimarrà a Bard fino a metà novembre con una selezione di 14 opere.
«Zaccarelli ha saputo creare un filo di amicizie tra le varie Soprintendenze» ha esordito Massimo Alesii illustrando le varie competenze dei relatori e i loro interventi.
Il vicesindaco Raffaele Daniele si è detto “particolarmente onorato di presentare un volume così importante, legato a un altro – sempre scritto da Monsignor Antonini – sulla mostra di Bard. Sarà una voce autorevolissima come Buccio da Ranallo che parlava dell’Aquila del 1300. Inoltre questo progetto editoriale genera un principio di pari dignità tra chiese più piccole e chiese più grandi, questo è un grande merito che va riconosciuto a Monsignor Antonini.”

È intervenuta dunque Giovanna Di Matteo, tra i funzionari del Ministero intervenuti subito dopo il sisma per salvare le opere, che ha approfondito molti aspetti di queste opere e ha confessato di essere stata in grado lavorare a L’Aquila dopo un allenamento anche emotivo tra le macerie dell’Umbria. Un allenamento che giocoforza porta a scavare anche tra i significati delle cose, i grandi temi della religione e della spiritualità.
«“Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto” si cita nel Vangelo di Giovanni – ha detto Di Matteo -. Ebbene noi abbiamo sempre lavorato seguendo questo insegnamento. Del resto, quando ci si approccia a determinati edifici non si può non comprendere che il contenitore del sacro ha già in sé dei segni.»
«Monsignor Antonini ha contribuito anche al processo ricostruttivo dopo il 2009 con i suoi libri. Ha rimesso al centro la storia della ricostruzione, fondamentale per qualsiasi intervento, che non può prescindere dalla storia – ha aggiunto l’architetto Maurizio D’Antonio -. Questo libro vuole raccontare la storia e l’architettura del contesto di provenienza di queste chiese. 5 di esse però sono scomparse: non sono state ricostruite dopo il terremoto del 1703 o sono state demolite nel Novecento.»

La chiesa forse più importante di quelle trattate nel libro è quella di San Bernardino. Monsignor Antonini ne ripercorre la storia. Illustrata anche la storia della cripta che fu la tomba di san Bernardino, demolita in favore della costruzione del mausoleo di Silvestro dell’Aquila.
Profonda soddisfazione espressa anche dall’editore Domenico Verdone che cominciò la sua attività con Alessandro Clementi e il CAI dell’Aquila. Infatti il prezioso volume, come ha dichiarato Massimo Alesii, ha “un approccio didattico anche per il lettore meno esperto, che può così navigare attraverso i secoli”.