Cantiere ricostruzione: cade nel vuoto operaio

Un operaio di 48 anni è caduto dal cantiere dell’Oratorio Salesiano riportando diverse fratture, La Procura ha disposto dei sequestri.
L’operaio è un dipendente della ditta romana Cosbeton impegnata nella ricostruzione post sisma dell’oratorio salesiano Don Bosco.
Dalla caduta ha riportato una serie di traumi e fratture che hanno interessato spina dorsale e gabbia toracica, è stato trasportato all’ospedale di Teramo per ulteriori accertamenti.
A causa di questo infortunio, ieri mattina il personale dell’ispettorato della Asl, dopo le indicazioni ricevute dal personale sanitario dell’ospedale, ha sequestrato una porzione di uno dei tre fabbricati dell’Oratorio e a sospendere per alcuni giorni i lavori in tutto il cantiere.
Secondo una prima ricostruzione, l’operaio è caduto nel tentativo di raccogliere una prugna da un albero e sporgendosi si è appoggiato al parapetto che non ha retto al proprio peso.
Come riporta Il Messaggero l’operaio ha da subito dichiarato di essere stato protagonista di un incidente sul lavoro, notizia che ovviamente è stata immediatamente trasmessa agli ispettori della Asl per gli accertamenti del caso.
Ispettori che, a prescindere dalla volontarietà o meno dell’uomo di compiere un movimento che non rientrava nei compiti a lui assegnati, quello cioè di sporgersi per raccogliere un frutto, hanno puntato subito il dito contro il parapetto che lo avrebbe comunque dovuto proteggere.
I sostituto procuratore della Repubblica, Simonetta Ciccarelli ha quindi disposto il sequestro di una porzione di fabbricato e il blocco dei lavori su tutto il cantiere in attesa che gli stessi ispettori dispongano alla ditta le prescrizioni per poter riavviare l’attività.
Sono stati inoltre segnalati con l’accusa di lesioni colpose e violazione delle norme in materia di sicurezza, il titolare della società, il coordinatore dei lavori ed il direttore di cantiere.
Esclusa la responsabilità del committente dei lavori, ovvero dell’Opera Salesiana.
Il cantiere dell’oratorio già anni fa finì sotto l’occhio della magistratura per un presunto giro di mazzette attorno all’appalto con gli imputati ancora sotto processo.
Ai lavori di riparazione hanno contribuito due importanti donatori: il quotidiano Libero che ha raccolto 2 milioni di euro, ed Enel Cuore, la Onlus di Enel con un contributo di 600 mila euro.