M5S e PD, Rousseau non spaventa Mattarella

L’inedita allenza tra M5S e PD al vaglio della piattaforma Rousseau. Ma un no sarebbe uno sgarbo istituzionale al presidente Mattarella.
«Una proposta di progetto di governo che sarà stata condivisa tra le forze politiche che intendono entrare in maggioranza, prima che venga sottoposta al Presidente della Repubblica, sarà votata online su Rousseau dagli iscritti del Movimento 5 Stelle. Solo se il voto sarà positivo la proposta di progetto di governo sarà supportata dal Movimento 5 stelle. Il voto dovrebbe avvenire entro la prossima settimana. Gli iscritti al Movimento 5 stelle hanno e avranno sempre l’ultima parola». Così Luigi Di Maio sul Blog delle Stelle, confermando quindi le votazioni online sull’inedita alleanza in costruzione tra M5S e PD.
In realtà, il quesito non sarà sull’alleanza in sé (il M5S non fa “alleanze”, ma “contratti”), ma sul programma, soprattutto se i vertici politici avranno sciolto la riserva. Il modo in cui verrà posta la domanda, evidentemente, determinerà gli esiti dell’accordo. È chiaro che un quesito legato direttamente all’alleanza col PD avrebbe scarso appeal tra gli attivisti, ma Rousseau ha già dimostrato di saper ben porre le domande e, in caso si sciolgano tutti i nodi per la formazione del nuovo Governo, presumibilmente il quesito verterà esclusivamente sul programma da realizzare, più che sui “compagni di viaggio”.
Insomma, nel M5S “normalizzato” dall’esperienza di Governo, le decisioni verranno prese dai vertici e ratificate, più o meno consapevolmente, dalla base. Il programma è già a buon punto, si media ancora sulla lista dei Ministri e, a cascata su gli altri ruoli a disposizione. Difficilmente gli abruzzesi reciteranno un ruolo di primo piano, almeno per quanto riguarda i ministeri. Sia sul fronte PD che M5S, probabilmente qualcosa di utile uscirà solo a livello di sottosegretariato o giù di lì.
Ad ogni modo, il dado è tratto: il presidente Mattarella ha affidato l’incarico della formazione del nuovo Governo a Giuseppe Conte, il quale scioglierà la riserva nei prossimi giorni. Questa la prassi “normale”. In realtà Di Maio ha confermato che prima dovrà esprimersi la rete. Ma è plausibile che il presidente Mattarella abbia conferito l’incarico a Conte, accettando l’inusuale incognita del voto online sul futuro governo? O, più realisticamente, ha già ricevuto assicurazioni precise a riguardo? Nessuno può saperlo, ma per politica e osservatori vari la strada per il nuovo governo è ormai già spianata. Si tratta solo di definire ruoli e limare programmi.
«Eravamo nati per cambiare la politica, ma adesso il M5S si è normalizzato» commenta l’ex consigliere regionale e candidato alle passate Europee, Gianluca Ranieri, interpellato a riguardo. «A titolo personale non vedevo di buon occhio l’alleanza con la Lega, figuriamoci con il PD, che ha anche maggiori responsabilità rispetto alla situazione attuale del Paese. Il nostro obiettivo non era quello di andare a governare a ogni costo, volevamo cambiare la politica, la mentalità degli italiani. Questo non vuol dire che adesso il M5S non voglia fare il bene del Paese, è semplicemente una questione di scelte. Secondo me il “bene del Paese” è un altro».
Insomma, risulta sempre più difficile per M5S mantenere lo spirito originale rispetto alla realpolitik che ha contaggiato i meccanismi decisionali. Il salto nella politica “normale” è ormai avvenuto, checché ne dica Rousseau.