Caso Di Orio, il professor Tiberti chiederà risarcimento anche all’Univaq

6 settembre 2019 | 13:11
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Caso Di Orio, il professor Tiberti chiederà risarcimento anche all’Univaq

Grane giudiziarie per l’Univaq, il professor Tiberti chiederà il risarcimento anche all’Ateneo: “Di Orio ha commesso il reato contro di me con il potere di Rettore”.

Condannato in via definitiva a due anni e mezzo di reclusione, l’ex Rettore Univaq, Ferdinando Di Orio, sta scontando la pena presso il carcere di Rebibbia. Secondo quando riportato dai suoi legali, sarebbe in infermeria, per “precarie condizioni di salute incompatibili con il regime carcerario”, per cui è stata richiesta la scarcerazione.

Nonostante la sentenza definitiva, però, la vicenda giudiziaria non è chiusa. Il professor Sergio Tiberti, infatti, vittima dell’induzione indebita di cui Di Orio è stato riconosciuto colpevole, ha annunciato al microfono del Capoluogo.it che chiederà il risarcimento anche all’Univaq, in quanto Di Orio «ha commesso questi reati contro di me, usando il potere di Rettore». Da qui la decisione di chiamare in causa direttamente l’università dell’Aquila.

Il professor Tiberti ha poi commentato la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali: «L’ex Rettore è in carcere, giustamente e correttamente, per una legge perfetta. Intanto occorre rispettare le sentenze della magistratura e poi la pietas si dovrebbe rivolgere a persone sfortunate nella vita. Di Orio è stato condannato in tutti e tre i gradi di giudizio e la legge prevede il carcere per quello che è un gravissimo reato. Il carcere deve avere una funzione rieducativa, quindi mi auguro che la carcerazione a Rebibbia possa sortire quest’effetto che la Costituzione prevede».

Sulle condizioni di salute dell’ex Rettore ha aggiunto: «Noto una netta contraddizione nel comunicato degli avvocati che prima dicono che l’ex Rettore è in infermeria perché non sta bene e poi dicono che è forte e non si arrende. Se sta veramente male, i medici di Rebibbia, con il consenso di Di Orio, potrebbero diffondere qualche piccolo comunicato sul suo attuale stato di salute, visto che quando ha avuto un piccolo incidente si è tanto impegnato a diffonderne».

Insomma, per il professor Tiberti «la pena è giusta, anzi, è stata anche ridotta, visto che nel frattempo per qualche reato è sopraggiunta la prescrizione».