Alpini, tributo al decennale e ai 90 anni della Sezione Abruzzo



Dopo l’omaggio floreale alla Stele dedicata a Michele Iacobucci, tutti si sono riversati all’Auditorium del Parco per celebrare i 90 anni della Sezione Abruzzi dell’ANA.
Gli eventi dei tre giorni di celebrazione e condivisione sono ufficialmente iniziati oggi, 13 settembre, alle ore 15 con la cerimonia di deposizione della corona di alloro al Monumento ai Caduti presso la Villa Comunale, Piazzale Caduti del Soccorso.
Dopo l’omaggio floreale alla Stele dedicata a Michele Iacobucci, Fondatore dell’ANA Abruzzi, tutti si sono riversati all’Auditorium del Parco per celebrare i 90 anni della Sezione Abruzzi dell’ANA.
Il Presidente Pietro D’Alfonso, visibilmente emozionato, ha ringraziato tutti e ha ribadito che nonostante sia stata fatta molta strada finora, molta ne rimane da percorrere, con l’ausilio fondamentale della Protezione civile.

«Questo raduno non è solo degli Alpini, anzi noi ne siamo solo i promotori. Questo raduno deve essere di tutto il popolo aquilano, che nel 2009 ha ricevuto tanto dagli alpini e da diverse associazioni: in questi giorni cerchiamo di ringraziare questi alpini e queste associazioni» ha spiegato il Presidente D’Alfonso ai microfoni de Il Capoluogo.

Presenti il Presidente Pietro D’Alfonso, il giornalista Massimo Alesii, il sindaco Pierluigi Biondi, il suo predecessore, Massimo Cialente, il Colonnello Paolo Sandri, Comandante del 9° Reggimento Alpini, Sergio Basti e Gian Paolo De Rubeis, Presidente del comitato organizzatore.
Il sindaco Biondi ha rievocato alcuni episodi legati al post sisma e ha proposto alcune riflessioni.

«Credo che ci siano delle fasi nella storia delle comunità così colpite. La prima fase riguarda il legame comunitario in cui ci si ritrova dopo la lacerazione: è istintivo riconoscersi in un luogo, le tendopoli, le mura, le colonne dei portici per i ragazzi prima di andare a scuola; la De Amicis stessa, citata da Massimo Cialente, è diventata la “scuola” nell’immaginario collettivo. Al termine di questa esperienza c’è il ritorno all’io, alle proprie cose, anche ai propri egoismi.»

Scrosciante applauso per il Colonnello Paolo Sandri, Comandante del 9° Reggimento Alpini, dopo il suo intervento:
«Il forte valore aggiunto del Battaglione L’Aquila nel terremoto è piuttosto da cercare nella quotidiana emergenza dei mesi e degli anni successivi al terremoto. Nel buio del tunnel del quale non si vedeva alcun bagliore di luce.» ha raccontato Sandri.
«Perché lo sfilacciamento del tessuto sociale e istituzionale dell’Aquila era un dato di fatto. Una disgregazione di valori, di riferimenti e certezze che aggiungeva alla distruzione fisica della città quella, ben più profonda della distruzione dell’animo e della speranza. In tale contesto, per molti la scelta più immediata, anche a salvaguardia della propria famiglia, poteva essere quella di abbandonare L’Aquila, di cogliere le occasioni di trasferimento offerte alle vittime del sisma. Invece no. A quel punto, nel momento più buio, gli alpini del Battaglione L’Aquila hanno tenuto la posizione, hanno fatto quello che avevano fatto i loro vecchi a Seleny Yar e non hanno mollato. »

Al termine dell’evento, a suggello dello stesso, la rassegna di Canti della tradizione aquilana e popolare, eseguiti dalla Corale Gran Sasso diretta dal maestro Carlo Mantini.