Abruzzo sul tetto del mondo: il rifugio più alto dell’Himalaya



Partirà fra poco più di un mese la missione per costruire il rifugio più alto dell’Himalaya e vedrà protagonista anche l’Abruzzo.

A 5800 metri nascerà, grazie alla spedizione dal nome “The Sky’s Way to Sagarmatha/Everest”, un rifugio con la collaborazione di esperti provenienti dall’Italia, dall’Austria e dal Nepal.
La collaborazione tra la Regione Abruzzo e Nepalè ormai decennale, grazie anche alla collaborazione, nata nel 2009, tra l’associazione di Teramo Explora Nunaat International e l’agenzia di trek Dreamers Destination di Kathmandu.


Nel corso di dieci anni sono stati portati a termine molti progetti congiunti, come la prima via ferrata dell’Himalaya, realizzata nel 2017 nella Rolwaling Himal. Ora la nuova sfida: il rifugio più alto del mondo sull’Himalaya.
“La struttura ricettiva d’alta quota è stata ideata dall’amico Josef Einwaller. Darà sicurezza a tutti i portatori ed alpinisti che affronteranno l’area del Drolambau glacier, la nuova frontiera dell’alpinismo himalayano. Alla base della via è stata posta a 5.200 m di quota sulle verticali rocce di Zabò, una tegola del centro distrutto dal terremoto di Amatrice donata dal 118 a simbolo di unione dei territori e dei popoli Himalayani ed Appenninici colpiti dai terremoti. Del 2015 per il Nepal e 2016-17 per Amatrice e tutti gli altri centri montani del Lazio-Abruzzo e Marche”
Nel maggio scorso una spedizione italo-nepalese aveva portato in vetta alla montagna più alta del Pianeta la bandiera della Regione Abruzzo. Per ringraziare gli alpinisti, lo scorso 9 settembre è stata organizzata una cerimonia presso la sala conferenze dell’aeroporto d’ Abruzzo di Pescara.

In tale occasione l’assessore regionale al Turismo Mauro Febbo ha consegnato una lettera di encomio al team Explora – Dreamers. Squadra composta da: Davide Peluzzi (capo spedizione), Giorgio Marinelli (vice Capo Spedizione), Phurba Tenjing Sherpa, Marco Di Marcello (Biologo), Paolo Cocco (Fotografo), Giuseppe de Angelis (Logistica), Marco Sazzini (Laboratorio Molecolare UniBo) e Karma Sherpa e Patang Sherpa, Roberto Madrigali (Meteo) e Carmela Modica (Press).
“La bandiera in vetta all’Everest è frutto di 10 anni di attività da parte dell’Explora. tra ricerche scientifiche, aiuti umanitari e gemellaggi tra territori. Dalla costruzione di un acquedotto nel 2013 a Jagat, alla ricostruzione dei villaggi distrutti nel 2015 dal terremoto di 7.8 Richter. Alla prima Via Ferrata d’Himalaya realizzata nel 2017 e donata al popolo Sherpa della Rolwaling che ogni giorno rischia la vita per percorrere le uniche vie ripidissime di accesso da una valle all’altra.”
(foto Facebook Davide Peluzzi; Explora “oltre le terre estreme”; Nico Andrea Di Benedetto)