Achatibi, il poeta che regala le panchine della pace all’Aquila

17 settembre 2019 | 05:36
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Achatibi, il poeta che regala le panchine della pace all’Aquila

A L’Aquila sono spuntate 10 panchine colorate, simbolo di pace e dono per la città. Il Capoluogo ha intervistato il poeta che le ha realizzate e donate alla città.

Achatibi Abderrahman è un atletico signore di 61 anni arrivato in Italia dal Marocco 14 anni fa.

Già dalla fine del 2005 va a vivere nella Marsica e diventa atleta della società podistica “Runners Avezzano“.

Achatibi

Nel 2009 approda per lavoro a L’Aquila, città a cui è molto legato. Talmente legato che ha deciso di restituire in qualche modo l’affetto e il calore ricevuto con prove tangibili, con oggetti di cui tutti possano servirsi.

Le panchine della pace

Iniziano così a spuntare, nel complesso del Progetto CASE di Bazzano, le “panchine della pace”.

Le prime 8 sono in via Fabrizio de Andrè.

«Sono panchine della pace e della sopravvivenza. Panchine di protesta contro la violenza sulle donne e portatrici di messaggi relativi alla rinascita dell’Aquila. Sono poesie esse stesse.»

Achatibi Abderrahman si racconta a Il Capoluogo, parlando della sua indole poetica e amante della vita in tutte le sue sfumature e riporta a un certo punto del discorso quello che è stato un incontro fondamentale: quello con la famiglia Frattale. 

«Devo molto all’amore per la cultura e al grande spessore umano del poeta Tonino Frattale, che mi ha insegnato tante cose. E devo molto alla generosità di tutta la famiglia, in special modo alla sorella del poeta, Fiorella Frattale.»

E così, da questo afflato poetico e solidale, nasce un legame molto profondo che porta Achatibi a conoscere meglio la nostra lingua (visto che non ha potuto studiarla) e un sentimento di gratitudine che ben presto sfocia in testi poetici composti grazie anche alla traduzione di Tonino Frattale.

Le panchine come dono

I testi poetici, che esprimono il profondo amore per L’Aquila, non esauriscono però le manifestazioni di gratitudine di Achatibi, che confluiscono nelle installazioni di queste panchine colorate.

Achatibi

«Sono panchine per tutti, le ho realizzate esclusivamente con le mie risorse perché possano servire a tutti, perché possano essere un dono per la città dell’Aquila.»

Oltre alle prime 8 che sono al Progetto CASE di Bazzano, 2 panchine sono appena state installate presso il giardino antistante il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila in viale Nizza e altre 2 verranno posizionate lungo il percorso della Madonna Fore.

«Il mio amore per questa città mi carica in ogni direzione. Dopo le riflessioni scritte sulle mie sensazioni di straniero ho desiderato poter fare qualcosa di diverso. Non sono un falegname, so fare al meglio solo l’atleta, ma, se fosse in mio potere, aprirei per inculcare le non violenza. Non sono certo perfette le mie panchine ma sgorgano come sorgenti dal cuore e dal mio spiccato senso della pace e fratellanza tra i popoli.»