L'aquila

Nove Martiri, la memoria nella vita nuova

Le celebrazioni in ricordo dei Nove martiri aquilani presso la caserma Pasquali. Il video della cerimonia e le interviste.

L’AQUILA – Solenne cerimonia per la commemorazione dei Nove martiri aquilani. Il colonnello Sandri: «Dico ai miei Alpini che noi siamo qui perché non accada mai più».

Solenne cerimonia questa mattina nella caserma del 9° reggimento Alpini, per la commemorazione dei Nove martiri aquilani, i giovani fucilati dai nazifascisti nel 1943. Presenti alla cerimonia, le massime autorità militari e civili del territorio, tra cui il prefetto dell’Aquila, Giuseppe Linardi, il sindaco Pierluigi Biondi, il comandante del 9° Reggimento, il colonnello Paolo Sandri, il vicepresidente della Provincia, Vincenzo Calvisi, e lo storico Amedeo Esposito. Con le autorità, gli Alpini e le scolaresche. Per l’occasione sono stati piantumati 40 nuovi alberi, uno per ogni nuovo nato tra gli alpini, e un “ospite” speciale: l’albero per la nascita di Pietro, ultimo nato in casa Biondi.

A ricostruire la vicenda dal punto di vista storico, Amedeo Esposito: «Quei 9 giovani non volevano essere eroi, solo non volevano far parte di quel Nuovo Ordine che in quel momento cercava di ricostituirsi. Furono i primi a ribellarsi, ma non furono considerati nemmeno tra gli ultimi per oltre 60 anni. Solo 15 anni fa, per volere dei Comandi militari, finalmente è stata riaffermata la dovuta memoria. Qui, dopo essersi dovuti scavare le tombe da soli, furono fucilati i nove giovani e sepolti nelle due fosse comuni. Grazie all’impegno del colonnello Sandri, che continua a mantenere viva la memoria di questi 9 ragazzi che ci hanno insegnato la vita della e nella Repubblica».

A seguire l’intervento del sindaco Biondi: «Il loro sacrificio li ha resi indimenticabili ed essendo poco più che adolescenti, nell’immaginario collettivo, sono rimasti giovani, con la loro spinta ribellistica e la loro radicale scelta di vita. Sono simboli di un pezzo di storia tragica della nostra città, incastrata ad altri pezzi di storia». Quindi l’importanza di una memoria condivisa: «Spesso – ha sottolineato il sindaco rivolto ai ragazzi delle scuole – la contrapposizione ideologica fa del passato un terreno di scontro, invece che un luogo di condivisione. E così usa le vittime di ogni genere come rivendicazioni di parte. Oggi, il compito dei luoghi formativi della società, a partire dalla scuola, è di avvicinare i giovani al passato, alle proprie origini, con il senso della purezza, della curiosità, lasciandosi contaminare senza farsi irretire dalle facili tendenze. La memoria, infatti, non può essere un fatto imposto o di pochi perché se così è nessuno di noi potrà sentirsi libero nel confronto, scevro dalle certezze e delle verità personali. La storia non può essere un’arma da usare contro qualcuno, ma è conoscenza, approfondimento, analisi. Da usare per qualcosa, per non ripetere errori, per imparare. Il compito dei grandi è quello di coltivare la memoria, la nostra memoria, e consegnare a voi ragazzi, gli strumenti di comprensione, accrescendo la vostra capacità critica».

«Solo così – ha concluso Biondi – riusciremo a formare una memoria realmente condivisa, presupposto essenziale per la pacificazione nazionale, dove diventare grandi nel rispetto delle idee e delle culture altre, dove la conoscenza è l’elemento cardine per sviluppare istinto di libertà, dove essere puri nel giudizio, liberi di plasmare la vita secondo noi stessi e avere il coraggio di appartenere a noi stessi. Solo così sarete parte di una memoria realmente collettiva, altra, pensante, eterogenea. Così, cresciuti e franchi, non cercheremo nemici dove non ci sono, non cercheremo sempre e solo ciò che ci divide, ma ci incontreremo nelle cose che ci uniscono, come l’amore per L’Aquila, come la bellezza della cultura, come la inalienabilità dell’essere liberi».

Quindi l’ammonimento del prefetto Linardi: «Quanto accaduto qualche decennio fa può ripetersi, per questo dobbiamo essere vigilanti e vivere quei valori a cui hanno attinto i Nove martiri aquilani».

«Il sacrificio – ha concluso il colonnello Sandri, dopo la chiusura ufficiale della cerimonia – non ha senso senza memoria e se non porta a una nuova luce. Non oso immaginare il terrore e il buio di quel momento per quei poveri ragazzi che non hanno potuto nemmeno salutare le famiglie. Dico ai miei Alpini che siamo qui perché una cosa del genere non accada mai più».

I Nove martiri aquilani:

Anteo Alleva, apprendista carpentiere
Pio Bartolini, manovale
Francesco Colaiuda
Fernando Della Torre, impiegato
Berardino Di Mario, studente
Bruno D’Inzillo, studente
Carmine Mancini, studente
Sante Marchetti, agricoltore
Giorgio Scimia, studente

Nove martiri, la cerimonia.

Le interviste al colonnello Paolo Sandri e al sindaco Pierluigi Biondi.

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