Di Pangrazio e auto blu, il processo si infiamma

27 settembre 2019 | 06:55
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Di Pangrazio e auto blu, il processo si infiamma

Auto blu, il processo infinito: oggi la ricusazione del giudice Ilari viene depositata in Corte d’Appello. Udienza aggiornata ad ottobre.

Tra gli imputati l’ex sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, in riferimento alla passata funzione di dirigente della provincia.

Due giorni fa il colpo di scenanell’ambito della fase processuale. Dall’accusa che pesa sugli imputati, come un fulmine a ciel sereno, l’attenzione si è spostata all’accusa nei confronti del giudice Ilari.

Secondo alcuni dei legali che compongono il collegio difensivo, infatti, il giudice si sarebbe pronunciato, durante l’udienza, manifestando un evidente orientamento verso la colpevolezza degli imputati.

Oltre all’ex primo cittadino di Avezzano, infatti, sono imputati: Maria Pia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila, ora in pensione, la dirigente Paola Contestabile di Celano, con l’accusa di peculato, e Anna Maceroni, di Avezzano, dipendente pubblica.

Tra gli indagati figurava anche l’ex autista di Di Pangrazio, Ercole Bianchini, il quale, però, chiese ed ottenne il patteggiamento.

Questa mattina “sarà tecnicamente depositata la ricusazione alla Corte d’Appello. Intanto l’udienza è stata aggiornata al primo ottobre prossimo. Tutto è riportato nel verbale in maniera chiara ed inequivocabile. Attendiamo la trascrizione ufficiale per fornire ulteriori dettagli, in merito al comportamento del giudice nei confronti di alcuni degli imputati in particolare”, riferisce alla redazione del Capoluogo il collegio difensivo, costituito dagli avvocati: Antonio Milo, Alessandro Benedetti, Claudio Verini, Giovanni Marcangeli, Mario Guanciale, Roberto Verdecchia e Stefano Massacesi.

Auto blu, la storia e il processo

Il processo partì tre anni fa, nel giugno 2016. I fatti contestati all’allora sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, e ad altre quattro persone fanno riferimento al 2014. Quando la polizia giudiziaria mise i sigilli a tre auto di proprietà della Provincia, di cui Di Pangrazio nello stesso 2014 era dirigente.

Furono indagati anche tre autisti: Maria Pia Zazzara di Pescina, Mario Scimia dell’Aquila, la dirigente Paola Contestabile di Celano, con l’accusa di peculato, e Anna Maceroni, di Avezzano, dipendente pubblica. Finirono tutti a giudizio, ma con ruoli minoritari.

La tesi sostenuta dall’accusa è che Di Pangrazio abbia utilizzato a fini personali l’auto della Provincia. Inoltre anche gli stessi autisti ne avrebbero avuto totale uso, arrivando a riportare a casa le automobili, perfino nei fine settimana. Sei i viaggi contestati, di cui uno ad Ischia: anche le spese sarebbero state addebitate alla Provincia. Le accuse sono di truffa, peculato, falso e abuso di ufficio.