Global Strike, anche le api piangono: la soluzione è nelle piante

Nel giorno del Global Strike lettera aperta di un apicoltore aquilano che lancia l’allarme sul futuro delle api. Ma c’è una soluzione.

Nel delicato ecosistema della terra diversi sono i fattori che possono spostare gli equilibri: con il rilevante cambiamento climatico in atto, sono gli animali a diventare, sempre più spesso, i soggetti a rischio sopravvivenza. Tra di essi non mancano le api. Ma l’apicoltore aquilano Gianluca Capanna corre in loro soccorso, attraverso una lettera aperta.
Mentre va in scena lo sciopero globale di protesta contro il clima che cambia arriva, infatti, da L’Aquila un’iniziativa rivolta alla salvaguardia della specie delle api.
Alla base dell’iniziativa un semplice gesto:
“Data l’emergenza ambientale che sta colpendo il nostro secolo e la crisi di sopravvivenza che stanno affrontando le nostre amiche api, per proteggerle e dare un contributo per la loro salvaguardia, aiutale. Come? Piantando piante e i fiori che amano: Facelia, Calendula, Veccia, Lupinella, Trifoglio incarnato, Trifoglio alessandrino, Trifoglio resupinato, Erba medica, Coriandolo, Cumino, Finocchio annuale, Pastinaca, Aneto, Borragine, Rosmarino, Timo, Lavanda, Sulla, Girasole, Malva, Tagete, Grano saraceno, Meliloto officinale”.
Le api e il miele, qualcosa non va
L’iniziativa è promossa da Gianlcua Capanna, per l’appunto, un apicoltore che non rientra nella categoria dei produttori di miele, ma che spiega l’importante quantità che dello stesso miele verrebbe prodotta, in situazioni standard.

“Le api vivono all’interno dell’arnia, un alveare razionalizzato. Nell’arnia sono infilati in verticale i favi, i telati dove le famiglie organizzano vita e lavoro. Il miele che viene raccolto dagli apicoltori, invece, viene accumulato nei melari“.
“In un giorno buono un’arnia può produrre 2-3 kg di miele. In una stagione intera, mettiamo quella dell’acacia, si possono raccogliere 40 kg di miele, o molti di più se si spostano le arnie per seguire le fioriture”. Dati reali, almeno fino a qualche anno fa: “poi è cambiato tutto”, spiega.
Global Strike, api “vittime del clima in trasformazione”

Il giovane apicoltore racconta: “Mi sono avvicinato al mondo delle api da circa due anni, per l’amore che nutro nei confronti della natura. Fin da subito ho percepito la crisi che la specie sta attraversando e il dato preoccupante è un progressivo peggioramento della situazione”.
Ma qual è la causa principale del declino delle api?
“Credo che siano i pesticidi la prima causa della diminuzione quantitativa della specie. Serve un cambio di mentalità: bisogna far capire che le api sono importanti come l’acqua, per l’equilibrio del nostro ecosistema.”
Poi c’è il clima, in continuo cambiamento. “Le api per stare bene vogliono inverni freddi e primavere tiepide, mentre noi stiamo attualmente vivendo un’inversione. Tutto questo fa slittare i tempi delle fioriture e, in alcuni casi estremi, finisce per annullarle completamente”.
Il Global Strike nel 2019, un anno nefasto per le api
Il 2019 in corso arriva, inoltre a coronamento di sei anni difficili per gli apicoltori in tutta Italia. Spiega ancora Capanna: “Sembra essersi annullata l’alternanza climatica delle stagioni. Gli inverni caldi e, di contro, le primavere fredde. E ancora le estati secche. Sbalzi climatici irregolari che costituiscono una rilevante fonte di stress per le api, che arrivano a primavera già stanche, senza trovare di che nutrirsi”.
“L’ecosistema è regolato da una serie di meccanismi. Alla base ci sono una serie di effetti a catena: se muoiono gli insetti (in questo caso le api), spariscono le piante, che hanno bisogno di quegli insetti per riprodursi. A loro volta gli insetti si nutrono delle stesse piante”.
Global Strike, il vademecum per la lotta all’inquinamento
Incominciamo, allora, a tutelare l’ambiente che ci circonda. Sta tutto qui il senso di una giornata in cui è il mondo a scendere in campo per se stesso. “Basterebbero piccoli gesti – conclude Capanna – come abolire la pratica delle bottiglie di plastica per uso domestico.Non sprecare acqua potabile e utilizzare detergenti naturali, che non necessitano di grandi risciacqui. Utilizzare spazzole e spazzolini in bambù, materiale igienico ed ecologico. Promuovere la mobilità sharing e utilizzare meno le automobili. Al bando pellicole e alluminio. Illuminiamo e rinfreschiamo in modo ragionevole con lampadine a basso consumo. Ricordiamoci poi di spegnere le luci quando lasciamo una stanza e usiamo l’aria condizionata solo se è indispensabile. Torniamo a coltivare. Ricicliamo il più possibile e compriamo meno”