Caregiver, boccata d’ossigeno per le famiglie abruzzesi

Aumentano di 140 mila euro, arrivando a una somma totale di 440mila, i fondi per il caregiver in Abruzzo: a giorni il bando
Il bando verrà pubblicato a giorni e segna un importante aumento dell’impegno finanziario da parte della Regione che, dal 2016 ad oggi, ha trovato, nelle pieghe del bilancio, somme sempre in crescendo per questo capitolo di spesa così impattante per la vita delle famiglie e dei pazienti.
In questo modo si potranno aiutare 14 famiglie in più rispetto all’anno scorso: ad ogni famiglia, infatti, verranno attribuiti 10mila euro come contributo al caregiver inocccupato.
Contributi caregiver, a chi sono rivolti
Si tratta di contributi rivolti al familiare caregiver inoccupato che assiste h24 il proprio caro pediatrico affetto da malattia rara e disabilità gravissima. È un riconoscimento per il lavoro di Cura. La somma stanziata viene divisa equamente per tutte le famiglie: ad ognuna vanno circa 10 mila euro.
Caregiver, il confronto con la Regione Abruzzo a partire dal 2015
Il confronto con la Regione su questa tematica è stato avviato nel 2015, ricorda Andrea Sciarretta, presidente del progetto Noemi onlus.
“All’inizio – dice Sciarretta – i fondi bastavano appena per 12 famiglie. Poi la collaborazione costruttiva con la Regione ha portato di anno in anno ad aumentare sempre di più la platea dei beneficiari. E così per l’anno 2016-2017 sono stati stanziati 200 mila euro, l’anno scorso 300 mila e quest’anno addirittura 440 mila”.
Anche le Marche, grazie all’esempio dell’Abruzzo come regione apripista, hanno realizzato un bando caregiver lo scorso aprile: 500mila euro i fondi a disposizione.
Caregiver, l’altra metà dell’Alzheimer
Pochi giorni fa, in occasione della giornata dedicata ai malati di Alzheimer, ci siamo occupati delle difficoltà delle famiglie nell’assistenza.
600.000 mila le persone colpite da Alzheimer in Italia: molto spesso sono i familiari caregiver a occuparsi in prima persona dell’assistenza.
Un’attività spesso svolta in maniera informale e che, per un abruzzese su tre (33%) ha il suo impattopiù forte, provante, e complesso da gestire, sulla sfera psicologica ed emotiva, oltre che quella economica.