Massimiliano Etere, il liutaio moderno che crea le chitarre

Da anni crea e ripara chitarre classiche ed elettriche. Sua la famosa chitarra che rappresentava L’Aquila sofferente nel post sisma. Il Capoluogo ha intervistato il liutaio moderno Massimiliano Etere.
“Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra” cantava Fabrizio De Andrè.
Ancor più bello e stupefacente dev’essere pensare che da certe dita possa addirittura nascere una chitarra.
Massimiliano Etere, aquilano, compie questi piccoli miracoli da anni.

Liutaio moderno, chitarrista e titolare di un negozio di strumenti musicali, ha sempre avuto la curiosità di conoscere gli oggetti, le loro funzioni e i loro meccanismi.
Massimiliano Etere, la curiosità nei confronti degli oggetti
«Gli altri bambini andavano in bici, io giocavo con i Lego: dovevo osservare, montare, smontare e rimontare gli oggetti. Ho sempre avuto una forte manualità e una grande passione per la musica, non del tutto supportata dai miei: all’epoca la musica e le chitarre non erano la priorità. E quindi ho fatto anche un percorso di studi che non c’entrava niente con la musica.» racconta Etere ai microfoni de Il Capoluogo.

L’Aquila Guitar Lab
«A 30 anni, per quella curiosità mai sopita, mi sono ritrovato con la grande voglia di sperimentare, ho iniziato a costruire chitarre. Ho proseguito con riparazioni ad amici e conoscenti e la mole di lavoro è aumentata. Mi sono dunque convinto ad aprire una partita IVA e un vero e proprio laboratorio, l’Aquila Guitar Lab.»
Come nelle migliori gavette, Etere apre il laboratorio nel garage di famiglia. Ad aiutarlo Mauro Tiberti, uno sportivo che ora ha preso un’altra strada ma che all’epoca aiutava Etere a “dare una forma in 3D alle idee contorte” di quest’ultimo.
Il laboratorio rimane aperto un paio d’anni mentre Etere fa contemporaneamente e soprattutto il programmatore, il responsabile CED di una ditta di Bazzano.
Musicaviva
L’azienda nel frattempo, a furia di ridimensionamenti, ha chiuso e le doti creative del protagonista della nostra storia confluiscono nei locali di Musicaviva, e nella società con Marcello Bernardi.
Il negozio si occupa infatti di vendita di strumenti musicali ma anche assistenza diretta su strumenti elettrici ed acustici.

«Prima di entrare in società, Marcello mi conosceva già come riparatore. Mi occupavo di riparare gli strumenti per lui già in tempi non sospetti.»
Liuteria moderna
Massimiliano Etere è un liutaio moderno, cioè, a livello di riparazioni, tratta chitarre classiche, acustiche, elettriche e bassi.
«A L’Aquila c’è un liutaio classico, un’eccellenza aquilana, Gino Sfarra che realizza violini. C’è anche Dado Iannelli che crea contrabbassi e violoncelli. Io mi occupo di un’altro ramo della liuteria, la liuteria moderna.»
«Sono autodidatta ma sono anche andato a bottega da un liutaio a Roma. Ho fatto dei corsi intensivi. Il resto l’ho imparato tutto sul campo con la sperimentazione. Gli attrezzi che uso sono attrezzi moderni: pialle, trapani, macchine a controllo numerico. Il sistema della liuteria moderna differisce molto da quello della liuteria classica: nel mio mondo è stato ampiamente sdoganato l’uso delle macchine a controllo numerico, delle tecnologie moderne e dell’informatica.»

Etere ha attualmente il supporto di Francesco Cerasoli, con cui sta nascendo una proficua collaborazione.
La bravura del liutaio aquilano ha fatto sì che si spargesse presto la voce anche oltre i confini aquilani: infatti i suoi clienti vengono anche da fuori città, soprattutto da Rieti, Antrodoco e Pescara.
Etere e la chitarra simbolo della sofferenza dell’Aquila
Sua la famosa chitarra che rappresenta la città sofferente imbracciata da Gianluca Grignani in un concerto proprio qui a L’Aquila nel dopo terremoto; la stessa che appare nel video di “Doma’”, inno post sisma degli artisti aquilani.

«Dopo il terremoto vivevo in un camper: non avevo un laboratorio e non avevo vernici o altri materiali. Presi questa chitarra, che recava simboli dell’Aquila come il rosone diCollemaggio e lo stemma dell’Aquilae la buttai su un tombino, la cosparsi di alcool e le diedi fuoco. Rappresenta lo status della città all’epoca: sembra anch’essa uscita dalle macerie.»

Massimiliano Etere musicista
Etere è anche un chitarrista solista e continua a costruire chitarre tra una serata e l’altra. Fondatore degli Zio Rufus e Funky Gallo band nel 2008 con Stefano Sciarra, il vocalist. Il panorama musicale attuale però non gli piace.
«Se ascolti qualche brano alla radio senti qualche chitarra? Qualche pianoforte? Sono cresciuto con Joe Satriani, Steve Vai, David Gilmour dei Pink Floyd, John Petrucci dei Dream Theater. La musica è cambiata, probabilmente ha preso un’altra strada.» prosegue Etere.
«In tutti i settori, dall’arte alla politica c’è appiattimento, abbrutimento. Non si educa più al bello, non c’è la sua ricerca. È tutto grigio, è tutto piatto. Se si è abituati al grigio non si ha l’ardire di volere o di acquistare qualcosa di colorato. Questo vale anche nel nostro campo: se i ragazzi non crescono con il fermento musicale intorno, difficilmente avranno voglia di cimentarsi con uno strumento musicale. Eppure, quando vengono in negozio i ragazzini appassionati, con una luce speciale negli occhi perché vogliono suonare, mi viene ancor più voglia di continuare a fare il mio mestiere. Quella luce è la chiave di tutto.»