Reddito e pensione di cittadinanza, l’aggiornamento che non va

Cambia il modello per la domanda del reddito e della pensione di cittadinanza. Problemi e disagi per la procedura di aggiornamento.
Procediamo con ordine. Il 2 ottobre l’Inps ha annunciato, sul proprio sito internet e attraverso singoli Sms, che: “A partire dal 4 ottobre i precettori di Reddito o Pensione di cittadinanza (Rdc/Pdc) che hanno presentato la domanda nel mese di marzo possono integrare la domanda, collegandosi al link https://serviziweb2.inps.it/RedditoCittadinanza/autocertificazione . Gli interessati sono stati avvertiti di questa possibilità tramite recapiti sms o e-mail da loro indicati nella domanda“.
Infatti le prime domande di reddito o pensione di cittadinanza sono state presentate a partire dal 6 marzo 2019, “utilizzando un modello – precisa ancora l’Inps – che è stato successivamente cambiato, il 2 aprile 2019, a seguito delle modifiche apportate dalla legge di conversione (Legge 28 marzo 2019, n.26) del Decreto Legge Istituitivo.
Le richieste presentate sono state salvaguardate fino ad ora, in virtù del regime transitorio previsto dalla legge di conversione: stabilendo che il beneficio potesse essere erogato per un periodo non superiore a sei mesi. Ciò ha fatto sì che le domande presentate e accolte, a marzo 2019, siano state retribuite fino a settembre 2019.
Da ottobre, mese corrente, è necessario provvedere all’aggiornamento, entro e non oltre la data del 21/10/2019. Pena la sospensione del reddito.
Quindi l’Inps ha comunicato le modalità da seguire per effettuare l’aggiornamento, attraverso un semplice collegamento al link sopra riportato, inviato per messaggi e via mail ai beneficiari rdc e pdc. Un link al quale inserire: protocollo della pratica rdc o pdc, il proprio codice fiscale e il proprio codice alfanumerico.
Giungono alla nostra redazione, tuttavia, numerose segnalazioni riguardanti il problema riscontrato da molti percettori del reddito, in difficoltà con le procedure d’aggiornamento. “La procedura sarebbe molto semplice – ci scrivono – se non fosse che l’indirizzo Ip trasmette una sessione scaduta che non permette l’immissione del codice richiesto. Con Caf e Inps che giocano al rimbalzo delle responsabilità”.
Sono diverse le persone che, senza riuscire ad aggiornare le richieste sul web, hanno deciso di rivolgersi direttamente alle sedi Inps, per chiedere delucidazioni al riguardo, senza però risolvere il problema. “Dopo un viaggio di tre ore ho raggiunto la sede dell’ines, per esporre la problematica relativa all’aggiornamento , ma, con mia grande sorpresa, mi è stato risposto che non si tratta di un loro problema e di ritornare tra una settimana”.
La procedura richiesta dall’Inps per gli aggiornamenti, allora – per evitare di allungare l’iter burocratico attraverso nuove richieste delle domande – sta creando più di qualche disagio e tanti aggiornamenti, stando così le cose, rischiano di saltare.