Guerra in Siria, molte nuove dal fronte orientale

Guerra in Siria, l’Occidente latita, l’Europa cosa fa? L’intervista a Mimmo Srour, esperto di politica mediorientale.
Il dramma siriano è tornato, in tutta la sua emergenza, in primo piano sullo scenario della politica internazionale. L’analisi della situazione in Medioriente dell’ingegnere Mimmo Srour, già assessore regionale ed esperto di politica mediorientale, intervistato da David Filieri.
Guerra in Siria, cosa è successo
Tutto comincia quando il presidente americano Donald Trump, appena sette giorni fa, ritira le truppe statunitensi dalla Siria. Fino ad allora erano gli americani a garantire la sicurezza dei curdi siriani, a fianco degli Usa nella lotta contro lo Stato Islamico, o ISIS.
Il ritiro militare fa scattare l’offensiva turca. Immediato l’attacco mosso dalla Turchia del presidente Erdogan: un raid aereo contro i curdi siriani, nella loro regione autonoma nei pressi di al-Malikiyah. Una zona all’estremo nord-est della Siria, vicina al confine con l’Iraq.
L’attacco segna il nuovo inizio di una guerra, di fronte alla quale, almeno fino ad ora, l’Occidente sembra latitare.
Guerra in Siria, perché?
L’esperto Mimmo Srour parte dal principio, cioè dalla posizione geografica strategica della Siria, che fa gola a numerosi territori.
“Perché tutto questo sta accadendo in Siria? Per la sua posizione geo-strategica. La Siria fa da cerneria tra Occidente e Oriente, non per nulla era storicamente la porta della Via della Seta. Questa posizione ha assunto un’importanza ancora maggiore dopo le scoperte di grandi giacimenti di energia, il gas in particolare”.
Guerra in Siria, l’Occidente e l’Islam
La situazione in Medioriente è stata, negli ultimi anni, caratterizzata dal conflitto che ha visto l’Occidente contrapporsi all’Islam.
“Il rapporto con l’Islam dell’Occidente – e mi riferisco in particolare agli Stati Uniti – non è sempre stato conflittuale. C’è stata una prima fase di alleanza con l’Islam, contro l’Unione Sovietica, in Afghanistan. Poi l’attentato alle Torri Gemelle ha cambiato la storia”.

“L’Occidente arriva, poi, ad un baratto con l’Islam politico, credendo in questo modo di poter strumentalizzare le bande di terroristi. Le stesse, per intenderci, che poi sono diventate Al Qaida o l’Isis stesso. Più di 200mila jihadisti sono arrivati in Siria, armati, passando dalla Turchia. Perché la Turchia voleva destabilizzare la Siria e il bacino del Mediterraneo. È questo il passaggio fondamentale per capire quello che sta succedendo oggi”.
“Stiamo assistendo – continua a spiegare – al risultato dei fatti accaduti negli ultimi otto anni. Una storia che ha visto il governo siriano e il suo esercito parzialmente vincenti. La Turchia, però, non poteva rassegnarsi alla sconfitta del jihadismo islamico, finanziato dagli arabi e aiutato logisticamente dai turchi. Per questo ha invaso la Siria – con la scusa dei curdi siriani – nella loro area autonoma”.
I curdi siriani hanno conquistato una propria autonomia solo negli ultimi anni, rafforzando il loro controllo sulla regione che abitano, il “Rojava”. Il governo dei territori sotto il controllo curdo è garantito dal Partito dell’Unione Democratica, la sigla in curdo è PYD.
Guerra in Siria, Occidente ed Europa cosa fanno?
La situazione di emergenza è scattata al ritiro delle truppe da parte di Trump. Srour spiega: “Dall’arrivo di Trump alla presidenza si è instaurato il governo ‘America first’. Lui ha trasformato la potenza americana quasi in un esercito mercenario. Da tempo aveva annunciato l’uscita dalla Siria. Trump ha interesse solo a monetizzare subito, che cosa avrebbe guadagnato l’America difendendo i curdi? Il fatto che siano stati loro ad avere aiutato nella lotta all’ISIS ora, nell’ottica dell’America First, non ha più importanza. Ciò che sconvolge è l’immobilismo europeo“.
“L’Europa ormai guarda solamente verso Nord. Italia, Grecia, Spagna: nessuno fa niente. Noi siamo una specie di piattaforma del Mediterraneo e ci limitiamo ad osservare. L’America fa i propri interessi, ma noi? Restiamo a vedere chi saranno i vinti e chi i vincitori? In uno scenario complesso come questo, appare evidente come anche la Nato abbia perso una sua reale efficacia. Dal momento in cui la Turchia è la seconda potenza dell’Organizzazione Nazionale del Trattato dell’Atlantico del Nord, per la collaborazione nel settore della Difesa. Qui si sta decidendo il destino del mondo, ma non c’è una classe dirigente europea pronta ad intervenire. Questa sarà l’ultima battaglia di una guerra, determinante sarà il ruolo della Russia di Putin. Intanto è evidente che Erdogan tema la partita aperta con l’esercito siriano”.