Viola, quando vince il coraggio: il libro di Alice Pagliaroli

Viola è il racconto di esperienze di mobbing e violenza psicologica vissuti sul luogo di lavoro. “Giulia è l’esempio di chi ha la forza di ribellarsi”.
Viola è il nome di una rivista, a tiratura regionale sui temi di moda e spettacolo. Giulia, la protagonista, viene assunta, però, per occuparsi di un nuovo settore, quello sportivo. L’inizio di un sogno, presto trasformatosi in un incubo. Niente orari regolari, niente giorni liberi, nessun rispetto: solo soprusi e insulti. Tutto il giorno, tutti i giorni.
Viola, edito dal Gruppo Albatros nella collana Nuove Voci, è il primo libro di Alice Pagliaroli, originaria di Grancia, frazione del Comune di Morino. Giornalista sportiva, per lavoro e passione, Alice Pagliaroli è laureata in Culture per la Comunicazione e, dopo molteplici esperienze con diverse testate laziali, è approdata da qualche mese nella redazione giornalistica de Il Capoluogo d’Abruzzo.
Viola, il perché di una storia
Alice Pagliaroli ha poco più di 30 anni, quando gli incontri con persone vittime di mobbing accendono l’idea per una nuova storia. Questa volta diversa dalla cronaca di una partita di pallone.
“Viola è un racconto che vuole dar voce alle vittime del mobbing, una forma di violenza lavorativa troppo spesso sopportata e nascosta. Personalmente non ho mai accettato gli abusi di potere, soprattutto in ambito lavorativo”.
A cosa portano gli abusi di potere raccontati nel libro?
“Portano a vere e proprie gerarchie. Queste, spesso, fanno sì che sui luoghi di lavoro i superiori si ritrovino a sentirsi autorizzati a comportamenti poco rispettosi nei confronti “di chi è seduto dall’altro lato della scrivania”. Lo scrivo in un passo del libro. Accade, ad esempio, che il capo diventi padrone del tempo e della vita dei suoi dipendenti“.
Mobbing e abusi di potere: ci sono tutele per i lavoratori?
“Il lavoro è un ambito complesso. Nel caso di Viola ho raccontato di una ragazza, giornalista di professione, perché il giornalismo è il mio mestiere e ciò mi ha permesso di parlare facilmente di aspetti tecnici del lavoro stesso. Giulia, però, è la voce di infermiere, cameriere, impiegate, di chiunque nel proprio lavoro subisca simili violenze. La realtà è che il mondo lavorativo, in un paese ingabbiato da regole e leggi, è un po’ terra di nessuno. Quando ci si ritrova dentro è difficile uscirne, affidandosi alla legge. Ciò si riflette, inevitabilmente, sul fenomeno del mobbing, molto diffuso anche se non sono in molti a parlarne“.
Viola, in un libro la missione di sensibilizzare le menti
Da un’idea e da tanti esempi di violenza psicologica sui luoghi di lavoro, un racconto di esperienze ispirate e, al contempo, di denuncia. Tutto messo nero su bianco. Con quale obiettivo?
“Spero di sensibilizzare l’opinione comune. Voglio credere che le Istituzioni sapranno presto muoversi per garantire forme di tutela verso tutti quei lavoratori che subiscono abusi di potere. Spesso denunciare non basta. La sensibilizzazione, però, deve partire dalle menti. Il datore di lavoro in primis dovrebbe essere formato, o quantomeno non dovrebbe dimenticare norme di costume e di buonsenso. Il dipendente è un essere umano, non una sua proprietà“.
Al centro del racconto c’è una violenza particolare, quella delle parole…
“Chi dice che uno schiaffo sia da considerare un gesto violento, quindi da condannare, mentre le parole offensive no? Le parole sono un’arma a doppio taglio e quando denigrano le competenze altrui, quando insultano sul personale, quando offendono senza freno, feriscono forse come nient’altro”.
Viola, le presentazioni
Il libro sarà presentato nel corso di varie tappe, in programma ad Avezzano, L’Aquila e nel paese di origine di Alice Pagliaroli, Grancia.
Il 2 novembre ci sarà la presentazione ad Avezzano, presso la libreria Mondadori, sarà presente il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta. Il prossimo 23 novembre, invece, la presentazione a L’Aquila.
Ma perché Viola?
“Il titolo Viola è stato l’idea di una delle ragazze che mi ha ispirato nell’opera, attraverso i suoi racconti, il suo vissuto. Viola è un chiaro riferimento al verbo ‘Violare’. E violare è l’atto alla base del mobbing, che vìola le libertà di una persona. Inoltre ho sempre pensato che il Viola fosse un brutto colore e quella raccontata non può che essere una storia viola”.
Allora auguri ad Alice Pagliaroli, affinché il suo futuro sia colorato e non di viola. E Auguri a Giulia e a tutte le Giulia del mondo, protagoniste di storie di ribellione e riscatto. A chi ha scelto il coraggio di reagire, lottare e il tempo per risalire.