Centro per il diabete Popoli, l’odissea dei pazienti

18 ottobre 2019 | 09:57
Centro per il diabete Popoli, l’odissea dei pazienti

Disagi per i pazienti in cura presso il Centro per il diabete all’ospedale di Popoli.

Il centro per la cura del diabete che si trova a Popoli dentro l’ospedale sembra essere in titl; o almeno questo è quanto segnalato da alcuni pazienti in cura.

Il centro è ritenuto da tempo all’avanguardia, al quale per la cura del diabete si rivolgono non solo da Popoli e zone limitrofe, ma anche da L’Aquila e da fuori regione.

Una vera e propria odissea quindi, iniziata a seguito del pensionamento di 3 medici che prestavano servizio presso il centro e che non sono stati sostituiti.

A questo si aggiunge la difficoltà per i pazienti a proseguire le terapie perchè tramite il cup da tempo le visite non sono prenotabili.

“Senza visite non possiamo curarci – questo è quanto scritto dai pazienti in una nota – siamo donne e uomini, giovani e anziani, che hanno in comune questa malattia subdola e sempre più diffusa”.

La salute è un diritto inalienabile – continuano i pazienti del centro – certe malattie vanno combattute con la prevenzione”.

Sulla questione è intervenuto anche il Centro iniziativa diabete Alta Val Pescara-Val Tirino che ha diffuso una nota.

“Il Centro Unico Prenotazioni non dispone dei calendari delle visite da fare a Popoli. Molti di questi pazienti necessitano di rinnovo del piano terapeutico che ha una validità limitata. Senza visite di controllo niente piano terapeutico, niente farmaci e niente presidi per diabetici, ovvero siringhe e aghi per insulina, lancette pungidito, strisce reattive per glicemia”, si legge nella nota del Centro.

“Questa situazione sta portando danni incalcolabili alla salute dei cittadini di tutto il comprensorio di Popoli e dell’alta Val Pescara e della Val Tirino. È noto che molti non possono permettersi lo spostamento in altri centri e pertanto stanno rinunciando a curarsi. Anziani, soprattutto anziani, ma anche pazienti giovani e disoccupati dimenticati anche nella difficoltà della cura di una malattia che non si può combattere senza la prevenzione e la sensibilità di chi ha il dovere di prendere decisioni”, conclude la nota.