Duomo L’Aquila, appalto nel 2020

27 ottobre 2019 | 10:46
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Duomo L’Aquila, appalto nel 2020

La gara d’appalto per il Duomo dell’Aquila nel 2020. L’annuncio al convegno “Il terremoto dell’Aquila”.

Nella giornata di ieri, dedicata al convegno “Il Terremoto dell’Anima” organizzato dalla Chiesa aquilana e dalla Caritas, sopralluogo presso il Duomo dell’Aquila, dove il segretario regionale Mibac Stefano D’Amico ha annunciato che la gara d’appalto per l’inizio dei lavori dovrebbe arrivare nel 2020. “Non si può prevedere un cronoprogramma esatto per stabilire l’inizio dei lavori, – ha infatti sottolineato D’Amico – ma contiamo di indire la gara di appalto nel 2020. Manca l’acquisizione di pareri della Soprintendenza e del Genio civile”.

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“Il terremoto dell’anima – ha sottolineato per l’occasione l’arcivescovo dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi – rappresenta l’altra faccia del sisma: manifesta un volto sociale non meno devastato rispetto alle case lesionate ed evidenzia fratture spirituali ancora più gravi in confronto alle “rovine” materiali. Ma, a differenza del terremoto geologico, quello dell’anima non risulta immediatamente visibile e misurabile. Proprio perché avviene nella interiorità delle persone e della comunità sociale, richiede “occhi” particolarmente attrezzati per captarlo e interpretarlo correttamente”.

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“Dieci anni dopo, – ha invece ricordato il sindaco Pierluigi Biondi – ho vivissimi nella mente l’immagine della luce travisata dalla polvere dei crolli, l’odore acre del gas, i singhiozzi della disperazione e le voci del disorientamento. Anche nostro, di quelli che guidavano, nel fragore improvviso, la popolazione che aveva perso tutto. Ma ricordo anche, in maniera precisa, la percezione di non essere solo. Il primo segnale fu il buio squarciato dai fari di una camionetta dei Carabinieri: lo Stato c’era. Poi arrivarono i volontari, e arrivò anche la Caritas. Con parole di conforto, con azioni concrete, come la poderosa raccolta fondi con il coinvolgimento delle 60 Caritas estere. Straordinario come la solidarietà non fosse unilaterale, impositiva, quasi bulimica, ad assecondare un bisogno personale di esserci piuttosto che sensibile alle reali esigenze del territorio. […] Il decennale non è solo consuntivo, ma proposito – come più volte ricordato dal nostro arcivescovo, sua eminenza cardinal Giuseppe Petrocchi -, l’occasione per “prendere spunto dall’esempio”. Ed è proprio da quell’esempio che dobbiamo partire: dall’attenzione alle azioni, dalle parole misurate e dai legami comunitari, ancora saldi, per ricomporre sfilacciamenti, rimarginare le ferite, guardare alle cicatrici che custodiscono la memoria. Ma il corpo, insieme all’anima, ha trovato sollievo”.

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