Terremoto Centro Italia, lieto fine per la storia di Nonna Peppina

Sfrattata dalla sua casetta dove abitava dal terremoto del 2016, per nonna Peppina cade l’accusa di abuso edilizio.
Giuseppina Fattori, conosciuta in tutta Italia come nonna Peppina, non voleva lasciare la sua casa e la sua terra e finalmente, dopo 3 anni, il tribunale di Macerata ha dichiarato che “il fatto non costituisce reato”.
Insieme a nonna Peppina sono stati assolti i committenti, Gabriella Turchetti e Maurizio Borghetti, la figlia e il genero dell’anziana, e il titolare dell’impresa edile, Giuseppe Galletti di Fiastra.
Nonna Peppina venen sfrattata e alla casetta vennero apposti i sigilli.
Dopo il sisma, ricorda il Resto del Carlino, l’anziana era stata ospitata dalle figlie Agata, a Civitanova, e Gabriella, a Castelfidardo.
Ma il suo desiderio era sempre stato di tornare, e così in primavera, con una scusa, si era fatta accompagnare a San Martino di Fiastra da un parente, e poi era rimasta lì, riaprendo il container che la famiglia aveva preso nel 1997, intenzionata a non andare più via dalla frazione, dove aveva vissuto con il marito e le figlie per 75 anni .
Proprio le figlie in tutta fretta le avevano fatto costruire una casetta di legno in un loro terreno lì vicino, edificabile.
Ad agosto, era tutto pronto. Ma una denuncia anonima fece arrivare i carabinieri forestali e mettere i sigilli alla casetta, sfrattando l’anziana.
La casetta infatti, per quanto le figlie avessero fatto il possibile per rispettare le norme, era stata costruita prima che arrivasse l’autorizzazione paesaggistica, un vizio insanabile sanzionato penalmente.
E così per la pensionata era cominciato un incubo.
Divenuta il simbolo di tutti i terremotati che, in attesa di case e casette, si erano trovati una soluzione fai da te in emergenza, per continuare a lavorare e non abbandonare le proprie cose, l’anziana aveva mobilitato intorno a sé moltissima solidarietà da tutta Italia.
C’erano voluti undici mesi però perché, tra i ricorsi e le bocciature, alla nonnina fosse concesso di rientrare nella casetta, tra le persone che conosceva da sempre.