Giornata mondiale dei poveri, tutelare i bambini

Il contributo di Nando Giammarini per la Giornata mondiale dei poveri.
Recentemente l’Istat ha certificato che la soglia di povertà in Italia, sia quella assoluta che relativa, è aumentata di poco. Nel nostro paese si contano poco più di 5 milioni di poveri mentre nel globo terrestre sono 705 milioni 549mila e 321. Esistono due soglie entro cui si muove la difficoltà delle persone: quella assoluta – rimasta pressochè stabile con il 7% delle famiglie e l’8.4% degli individui – che rappresenta la spesa minima necessaria per acquistare beni e servizi di prima necessità tipo quelli alimentari e legati all’acquisto dei farmaci. Quindi tutte quelle famiglie e single che non possono permettersi le spese necessarie per avere standard di vita ritenuti minimamente accettabili. Quella relativa fa sì riferimento all’impossibilità di acquistare determinati beni e servizi, ma in relazione al reddito pro-capite medio di un Paese. Le fonti informative quali l’Istat ed i vari Istituti di Previdenza ci informano di famiglie numerose, ad elevato disagio sociale, la cui unica fonte di reddito è l’esigua pensione dei genitori. Sempre secondo l’istituto statale di rilevamento i principali soggetti a fare i conti con questa emergenza sono i minori in quanto seppur la crescita del numero dei nuclei familiari in stato di povertà assoluta si sia arrestata o quanto meno stabilizzata l’incidenza sale tra i bambini del sud fino a toccare, purtroppo, valori mai sfiorati di 1 piccolo su 6. Diventa assolutamente prioritario adottare obiettivi nazionali per la riduzione della povertà infantile e dell’esclusione sociale. Per debellarla nel lungo termine, la precedenza deve essere data ai bambini e alle loro famiglie, attraverso non solo misure di sostegno al reddito ma anche di aiuto per quel che concerne l’alimentazione, l’istruzione, l’assistenza sanitaria, i servizi educativi, gli alloggi, i trasporti, le attività sportive e socio – culturali.
È dunque indispensabile che il contrasto alla povertà si basi su strategie integrate che possano sostanziarsi non solo nell’erogazione di sussidi, ma in un sistema di misure coordinate basate sull’idea che le persone non siano portatori passivi di bisogni, ma abbiano capacità e risorse indispensabili per la fuoriuscita dalla condizione di ingiustizia in cui versano. In altre parole occorre inserirli in adeguati percorsi educativi in grado di rafforzare la loro consapevolezza e capacità di agire. Aspetti fondamentali per poter affrontare la vita da adulti. D’altro canto siamo profondamente convinti che un paese con elevate percentuali di povertà non sarà mai un paese libero e giusto. Partendo da questo presupposto tornano in auge le parole di un grande Presidente della Repubblica, Sandro Pertini: “Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro che è umiliato perchè non sa come mantenere i suoi figli ed educarli? Questo non è un uomo libero”. Oppure richiamare Nelson Mandela: “La povertà non è un caso. Come la schiavitù e l’apartheid, è dovuta all’azione degli uomini e dall’azione degli uomini può essere estirpata”. Attualmente la povertà si estende “a macchia di leopardo” e riguarda tutto il mondo, da nord a sud.
Le zone del pianeta dove si trovano, letteralmente, i Paesi più poveri le identifichiamo in: Africa Subsahariana: 42,7%; Asia meridionale: 18,8%; Asia orientale e zona del Pacifico 7,2%; America Latina e Caraibi: 5,6%.
La Giornata mondiale dei poveri, lo ricordiamo per dovere di cronaca ed amore della verità, fu voluta da Papa Francesco a conclusione del Giubileo della Misericordia. Essa ricorre il 17 novembre ma già i giorni precedenti si svolgono tante iniziative in loro favore a Roma presso il presidio sanitario di S. Pietro, tipo visite mediche, analisi cliniche e controlli specialistici totalmente gratuiti. Un grande gesto di solidarietà, oserei dire una rinnovata umanità nascosta nella piazza che idealmente accoglie tutto il mondo. Stringe il cuore vedere poveri anziani frugare nei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di qualcosa di cui nutrirsi o per ripararsi dal freddo. Una mentalità tanto assurda quanto deleteria li definisce parassiti della società e non gli si perdona neanche il loro stato di profonda ingiustizia e solitudine. In altri termini gli si nega anche la tranquillità del non avere nulla.
Tra le altre organizzazioni che si occupano di persone in difficoltà, nel nostro Abruzzo aquilano annoveriamo la Fraterna Tau Onlus all’interno della Mensa di Celestino, gestita da Padre Quirino Salomone, frate francescano e uomo di grande statura solidale ed umana. È la Mensa dei Poveri della città di L’Aquila. Nata nel 2000 con l’avvento del Giubileo, vanta una esperienza di 19 anni nel campo dell’assistenza ai bisognosi. Dopo il terremoto del 2009 la sede ubicata in pieno centro storico è stata rilocalizzata a Piazza d’Armi. I servizi che vengono offerti oggi si sono ampliati e diversificati: la fornitura di circa 250 pasti al giorno e di prodotti per neonati, la fornitura pacco viveri settimanale in accordo con il Banco Alimentare, l’assistenza legale gratuita, i servizi di baby sitting per la conciliazione dei tempi lavorativi con quelli familiari, lo sportello di ascolto e matching lavorativo. Gestisce, inoltre, una casa famiglia per donne maltrattate con bambini in tenera età. Sono lusingato di collaborare, di tanto in tanto secondo le possibilità del momento, con questa struttura che davvero “riporta la luce dove sta facendo buio pesto”. Grazie a Padre Quirino Salomone ed in particolar modo a tutti i collaboratori che prestano la loro opera completamente gratuita al servizio del fratello bisognoso.
Nando Giammarini