Forniture senza gara, assolti dirigenti Asl

Assolti dalla Corte dei Conti 5 ex dirigenti della Asl 1 dell’Aquila per l’acquisto di forniture ospedaliere senza gara d’appalto.
Secondo l’accusa, la fornitura del materiale era stata acquistata dalla Asl, “senza che fosse espletato alcun confronto competitivo con altre ditte o una ricerca di mercato”.
Sempre secondo l’accusa, “ci sarebbe stata la omissione di un confronto concorrenziale”; la commessa era stimata intorno ai 2 milioni e mezzo di euro. I fatti che coinvolgono gli ex dirigenti Asl risalgono a circa 6 anni fa.
Gli imputati oggi assolti e in primo grado condannati sono: Libero Colitti, direttore sanitario, Silvia Cavalli, direttore amministrativo, Fabrizio Andreassi, dirigente del servizio acquisti, Massimo Pazzopane, responsabile del procedimento e Giancarlo Silveri, ex manager Asl 1.
Secondo i giudici romani invece, “non è pertinente il parametro della Procura per dimostrare la sussistenza del danno in quanto disomogeneo rispetto al termine di paragone ottimale”. Quindi gli imputati sono stati assolti in quanto le prove erano carenti e avrebbero fatto cade tutto l’impianto accusatorio.
Gli imputati erano difesi dagli avvocati, Aristide Pollice, Alessandro Di Sciascio, Giuliano Lazzari, Roberto Colagrande.
“Al fine di comprovare la sussistenza del danno alla concorrenza – si legge nella motivazione – derivato dal mancato esperimento della gara di rinegoziazione, di un contratto biennale di fornitura di un certo tipo di beni, stipulato nell’agosto del 2013, la Procura e il giudice di primo grado hanno assunto come parametro di riferimento l’offerta per un contratto di fornitura, fatta nel 2016, per un periodo di tempo nettamente maggiore, per prodotti in buona parte diversi, e a condizioni contrattuali essenzialmente diverse. E’ di palmare evidenza che elementi quali la tipologia di contratto e la durata dello stesso, la tipologia dei prodotti oggetto della fornitura, l’epoca di stipulazione connotano il parametro di riferimento, incidendo sulle condizioni dell’offerta, e, quindi, pregiudicandone in modo irrimediabile, quella omogeneità che fonda il confronto“.
Come riporta Il Centro, i pagamenti loro ordinati variavano da 5mila a 50mila euro a fronte di richieste di condanna milionarie fatte in primo grado.
Le spese legali e di giudizio sono a carico della Asl.