L'aquila

L’Aquila capitale della cultura, la tradizione per vincere la sfida futura

L'Aquila candidata a Capitale italiana della Cultura 2021, l'intervista al sindaco Pierluigi Biondi.

L’Aquila ci riprova, dopo il 2014. Sarà presentata a giorni la candidatura ufficiale a Capitale della Cultura 2021.

Una candidatura annunciata lo scorso 23 novembre dal sindaco Pierluigi Biondi, nel corso della presentazione della Carta dell’Aquila, il manifesto delle città delle aree interne.

E proprio a Biondi Il Capoluogo ha chiesto come L’Aquila si stia preparando a questa candidatura che, a partire dalle tradizioni, proietta la città verso il futuro. L’intervista

Sindaco, lei annunciandone la candidatura ha detto: “L’Aquila è una città dei saperi, della conoscenza, ma anche della fertile tradizione culturale”. La città è pronta a questa sfida?

“Si tratta di due iniziative distinte. Nel 2014 la competizione era per assurgere a capitale europea della cultura, poi assegnata, come noto a Matera. Oggi, a differenza di cinque anni fa, pur permanendo un continuo e costante processo di trasformazione, L’Aquila ha individuato la propria rotta verso il futuro. Candidarsi a capitale italiana della cultura è una sfida ma, al contempo, la testimonianza di ciò che in questa terra si sta facendo per rilanciare una tradizione antica, che affonda le proprie radici nell’immediato Dopoguerra con la nascita del Gruppo Artisti Aquilani per iniziativa di un illuminato quale è stato Nino Carloni. Un’effervescenza che nel corso degli anni ha favorito il proliferare di prestigiose realtà culturali cittadine che si sono affermate in ambito nazionale e internazionale, dall’Isa alla società dei concerti Barattelli, dal Tsa all’Accademia delle Belle Arti. Un humus culturale in virtù del quale la nostra città fu definita la ‘Salisburgo d’Italia’ e che oggi vanta ben sette Istituzioni afferenti al Fus (il Fondo Unico per lo Spettacolo) del Mibact: un numero altissimo se rapportato alla popolazione residente che, però, è in grado di esprimere delle eccellenze e di poter contare su un pubblico competente. Il nostro obiettivo è stato, è e sarà, quello di recuperare quella vitalità e di incentivarla, come abbiamo dimostrato nei Cantieri dell’immaginario, Perdonanza o nella maratona jazz che il Comune sostiene convintamente. Ed è quello che intendiamo evidenziare nel dossier che presenteremo a dicembre”.

l'aquila jazz sisma

Una candidatura che arriva dieci anni dopo il sisma. Il titolo di Capitale della Cultura in che misura potrebbe sostenere e accompagnare il processo della ricostruzione?

“Il decennale del sisma è stato un punto di svolta per la nostra storia. La grande attenzione mediatica che c’è stata nei nostri confronti ha avuto un riverbero positivo. Al contempo è stato fatto un lavoro di grande spessore, anche da molti media stranieri, che hanno saputo raccontare una città in divenire e proiettata al futuro. Gli appuntamenti studiati e cadenzati hanno consentito di accendere i riflettori sull’Aquila: abbiamo ospitato momenti di assoluto rilievo in ambito culturale, convegnistico o sportivo. Ogni singola manifestazione è stata un segnale della gemmazione, nei settori più eterogenei, che sta interessando questo territorio. Puntare a essere capitale italiana della cultura sarebbe un ulteriore tassello nel percorso della rinascita sociale, oltre che economica e materiale, che la comunità aquilana sta portando avanti con grandissimi forza, coraggio e orgoglio”.

La ricchezza storico-culturale è sempre stata una cifra caratteristica di L’Aquila città, con Chiese e Palazzi nel tempo rinati. Quanto ha aiutato la cultura a salvaguardare un’identità e un senso di appartenenza cittadini che non sono mai rimasti sepolti sotto le macerie del sisma?

“Penso che ognuno di noi stia poco alla volta riscoprendo la città. Quanti di noi passeggiavano per il centro guardando in alto prima del sisma? Siamo tutti protagonisti del processo di riappropriazione dei luoghi in cui si sposano antichità e voglia di futuro. Il nuovo presidente del Tsa, Pietrangelo Buttafuoco, ha recentemente detto che ‘l’antichità contiene la contemporaneità’. Una dichiarazione resa dopo la sua visita in città, durante la quale ha avuto modo di vistare la chiesa di Santa Maria del Suffragio e la Basilica di San Bernardino che mi piace immaginare possano essere state d’ispirazione per questa sua bellissima e puntuale affermazione. L’Aquila può vantare palazzi e cortili da lasciare a bocca aperta i visitatori e, al contempo, è sede di un grandissimo progetto di rigenerazione urbana, il più grande del dopo guerra, in cui innovazione e tecnologia rappresentano una componente determinante per il suo sviluppo”.

teatro luglio 2019

L’Aquila non poteva risorgere senza la sua cultura. Non è un caso se sono tantissime le risorse che ogni anno vengono impiegate per eventi e manifestazioni culturali, che portano turisti e visitatori nel Capoluogo. Diventare Capitale della Cultura sarebbe una consacrazione ufficiale: a quel punto quale sarebbe il passo in più per un’affermazione totale, nel tempo, come centro culturale a livello nazionale?

“Credo che L’Aquila contenga tutti gli elementi per essere considerata come tale. Il riconoscimento di capitale italiana della cultura è un cammino ancora da percorrere e il primo passo sarà la manifestazione d’interesse che dovrà avvenire entro il 16 dicembre. Il dossier che sarà poi presentato conterrà i punti qualificanti affinché, qualora venisse raggiunto un traguardo tanto straordinario, questo non sia solo una vetrina per la nostra città-territorio, ma anche la base, solidissima, per far esplodere L’Aquila nel panorama culturale dell’intero Paese e che speriamo già nelle prossime settimane possa poter contare su un altro riconoscimento in grado di rafforzare la sua immagine: quello della Perdonanza patrimonio immateriale Unesco“.

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