Omicidio Barisciano, proseguono le indagini

Proseguono le indagini e ci sarebbero alcuni sospettati per l’omicidio di Paolo D’Amico, il 55enne trovato morto nella sua casa di Barisciano.
Non ha ancora un volto l’assassino o gli assassini di Paolo D’Amico; le indagini proseguono a ritmo serrato e sono già state ascoltate diverse persone, tra cui anche alcuni colleghi della vittima che lavorava come dipendente presso l’Asm.
Secondo quanto appreso ci sarebbero alcuni sospettati ma il fascicolo aperto per adesso resta ancora per omicidio ma contro ignoti.

D’Amico, che conduceva una vita molto riservata, abitava in una casa di legno un po’ isolata tra Picenze e Barisciano; è stato trovato a terra, colpito da diverse coltellate e con una ferita in testa.
Le indagini sono affidate ai carabinieri del Reparto operativo diretto dal colonnello Cosimo Petese e sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Simonetta Ciccarelli.
Alcuni controlli sono stati fatti anche nella sede di lavoro della vittima, dove sono stati prelevati alcuni oggetti personali dal suo armadietto.
Secondo quanto riporta Il Centro, D’Amico non aveva cattivi rapporti con nessuno, nemmeno sul lavoro; l’unico particolare, risale a qualche tempi fa, quando l’uomo avrebbe manifestato dissenso sul fatto che il luogo di lavoro e quello nel quale doveva cambiarsi per indossare la tuta erano lontani per cui doveva spostarsi in macchina.
D’Amico aveva chiesto, senza ottenerlo, di potersi cambiare nella sede di Bazzano.
Dall’autopsia è emerso che sarebbero state letali alcune coltellate; ad agire probabilmente non è stata una sola persona. L’omicidio sarebbe stato consumato all’esterno per poi trascinare la vittima all’interno della sua abitazione, dove poi è stata ritrovata.
Altra questione da chiarire, il ritrovamento di alcune piantine di marijuana nella sua casa; la vittima non aveva precedenti penali legati alla droga, ma al momento non si esclude comunque nessuna pista.
A breve dovrebbe avere anche il nulla osta per le esequie; intanto i parenti della vittima si sono rivolti agli avvocati Antonio Valentini e Francesco Valentini, i quali rappresenteranno in giudizio i familiari qualora dovesse esserci un processo.