Montagna, da vivere senza sfide: in cima la sicurezza

Sicurezza in montagna. Aumentano gli incidenti, ma non la preparazione, perché?
Tre vittime solo nella giornata di ieri, primo dicembre 2019. Un 37enne di Città Sant’Angelo ha preso la vita sul Gran Sasso. A ritrovarlo una squadra del Soccorso Alpino e Speleologico ieri mattina, sul versante sud-ovest del Monte Camicia.
Qualche ora dopo la tragedia sulla Maiella. Due escursionisti – in montagna per un’uscita di gruppo – sono precipitati scivolando sul ghiaccio. Inutili i soccorsi.


Montagna, pericoli e mancata preparazione
I rischi e i pericoli su neve e ghiaccio si moltiplicano, troppo spesso, però, vengono sottovalutati. Fondamentale diventano allora la preparazione e l’adeguata attrezzatura, prima di intraprendere qualsiasi escursione in quota.
Rispetto al 2018 l’aumento degli interventi del CNSAS in Abruzzo è stato del 25% nel periodo luglio-agosto e del 10% a settembre-ottobre. In termini strettamente numerici nei 4 mesi gli interventi sono stati 75 a luglio-agosto e 38 nel periodo settembre-21 novembre. Aumenti preoccupanti che hanno fatto riaccendere l’attenzione sulla questione sicurezza.
«Gli incidenti in montagna sono in crescita perché aumenta, progressivamente, il numero di colore che vogliono fare escursioni in quota, sia d’estate che d’inverno. Nella maggior parte dei casi, però, chi va in montagna non è sufficientemente preparato sulle indispensabili norme di sicurezza», spiega Paolo De Luca, accompagnatore di media montagna e maestro di sci.
«Infortuni e incidenti riguardano tutti, sia i gitanti della domenica che i frequentatori più preparati, spesso perché si sopravvalutano le proprie capacità. Si tende ad alzare la soglia della sfida: questo, occorre precisarlo, probabilmente anche in virtù della possibilità del soccorso gratuito».


Montagna, il vademecum sulla sicurezza
Le condizioni meteo. «Preliminare a qualsiasi attività in montagna, è la consultazione dei bollettini meteo, tenendo tra l’altro presente che in montagna le condizioni del tempo possono cambiare in pochi minuti, come ad esempio accade sulla catena montuosa del Gran Sasso d’Italia, data la sua particolare vicinanza ai due mari».
Itinerario. «Fondamentale è scegliere l’itinerario in base alla propria preparazione fisica e capacità tecnica».
Attrezzatura. «Abbigliamento ed equipaggiamento devono essere adeguati alla difficoltà e alla durata dell’escursione. Nello zaino con air bag (una sorta di palloncino che esplode permettendo di “galleggiare” in caso di valanga) non deve mai mancare l’occorrente per le situazioni di emergenza: telo termico, lampada frontale, Kit di primo soccorso (meglio se corredato di un telo isotermico), bussola, altimetro e telefonino cellulare – Gps, nel quale si può scaricare l’App “GeoResQ”, un nuovo servizio di geolocalizzazione e d’inoltro delle richieste di soccorso che tiene traccia del percorso».


Tutto ciò, tuttavia, potrebbe non bastare. «È preferibile non avventurarsi da soli e,in tutti i casi, la gente faticaa capire che l’attrezzatura all’avanguardiae Gps non ci rendono onnipotenti.Non bisogna fidarsi solo delle attrezzature, perché la differenza la fa l’abitudine al territorio, al movimento», precisa Paolo De Luca.
Montagna, leggi e soccorso
«Dapiùfrontisiinvocauna leggein grado di arginare l’impennatadi incidentiin montagna.Attualmente, infatti, nonesisteuna normativacon regolespecificheper la sicurezza dellosciatore-alpinista,dell’alpinista o dell’escursionista. Amioavviso sipotrebbemodificare laLegge363/2003 sullenormedisicurezzaediprevenzioneinfortuni perloscididiscesaefondo estendendolaancheallosci alpinismo,all’escursionismo,all’alpinismo. Ènecessariofissareregolepiùstringenti».
«Unasoluzionepotrebbeesserequella di stipulare unapolizzaassicurativaperleattivitàsportive oppure un valido deterrente sarebbe quello di farpagareperinteroalcittadinole operazionidisalvataggioinmontagna, compresequelleeffettuatesullepistedasci,perchéla comunitànon puòenondevepiùfarsicaricodelleleggerezzedegliirresponsabili».
«In alcune regioni italiane il soccorso alpino è a pagamento. In Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Veneto, regioni ad alta vocazione montuosa, i propri governanti hanno deciso di porre fine alla gratuità completa degli interventi di soccorso alpino, facendo pagare al cittadino in emergenza una sorta di ticket per ogni chiamata, invece dell’intero salvataggio. Questo ticket sembra aver funzionato bene, perché le autorità e gli esperti del settore hanno registrato una effettiva diminuzione delle richieste di intervento».
Montagna, il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza
«La montagna, soprattutto d’inverno, non è un videogioco, bisogna affrontarla dopo approfondite verifiche e con la adeguata preparazione fisica e tecnica: quando si commette un errore ci si può rimettere la vita, come è accaduto allo sfortunato escursionista”.
Così il luogotenente della Guardia di Finanza, Paolo Passalacqua, comandante della stazione dell’Aquila del Soccorso alpino, in merito alle circostanze che hanno portato alla morte di tre persone nelle ultime ore sulle montagne abruzzesi. Oltre ai decessi, negli ultimi giorni sono stati molti anche gli incidenti: sono diversi, ad ogni modo, gli interventi dei soccorritori sulle vette abruzzesi.
“La montagna, d’inverno, è ancora più severa; in riferimento alla tragedia accaduta sul Gran Sasso, sulla via del Centenario, “non ho cognizione specifica dell’ equipaggiamento dell’uomo che ha perso la vita, ma affrontare un percorso così impegnativo, lungo circa 16 chilometri, presuppone una preparazione fisica importante e una ottima capacità tecnica. Inoltre nella località in questione c’è neve e le previsioni non erano rassicuranti, sicuramente, qualcosa non è andato bene. E mi sento di dire, naturalmente con grande rispetto, che le avvisaglie c’erano. Quando si va in montagna non si deve lasciare mai nulla al caso”.

Montagna, Scuola Franco Alletto Cai Roma
Dopo gli incidenti di ieri, un appello alla sicurezza arriva anche dalla Scuola Franco Alletto Cai di Roma.
«Basta incidenti in montagna! Questo post nasce dall’esperienza e dal cuore. Il nostro terreno di divertimento e avventura non può divenire terreno di morte. In questa fase di transizione fra autunno e inverno, ci sono stati già troppi incidenti sulle nostre montagne, e già troppi con esito mortale. Le condizioni di scarso innevamento, unite alle basse temperature, conducono quasi sempre alla formazione di ghiaccio vetrato, il quale su pendii, anche non eccessivamente forti, espone in caso di caduta a veloci e pericolosissimi scivolamenti. Con l’approssimarsi della stagione invernale, quando giungono neve e ghiaccio, il terreno escursionistico deve lasciare spazio all’alpinismo e all’esperienza alpinistica».
«Essere attrezzati con piccozza e ramponi è necessario, ma non è sufficiente, poiché è indispensabile saperli usare e manovrare con sicurezza e perizia. La Scuola Franco Alletto invita tutti gli amanti della montagna a tener conto dei mutamenti invernali e a prepararsi adeguatamente nell’affrontarli. Se non vi è possibile o non siete pronti a farlo, sappiate che le montagne resteranno li ad aspettarvi la prossima estate…non azzardate».