
L’ira del web dopo le accuse di violenza sessuale nei confronti di una 14enne aquilana da parte di un uomo di 50 anni.
La giovane, vittima della presunta violenza, oggi ha 18 anni e per 5 anni, stando ai capi di imputazione, avrebbe subito non solo abusi sessuali ma anche stalking.
Dopo la notizia il web è insorto e tutta la città si è stretta virtualmente vicino a questa ragazza; soprattutto dopo le dichiarazioni della difesa dell’uomo.
I commenti sono stati molto pesanti, alcuni parlavano addirittura di pena di morte; in ogni caso fino al terzo giudizio c’è la presunzione di innocenza.
Per questo motivo, pur scostandosi totalmente dal tenore dei commenti e dalla violenza verbale scaturita dalla notizia, ci si chiede comunque come si possa parlare di consenso davanti a una ragazzina che all’epoca dei fatti aveva 14 anni e l’accusato 49. Una differenza di età tale per cui i due potrebbero essere tranquillamente padre e figlia.
Lo stesso indagato in sede di interrogatorio non avrebbe nascosto gli addebiti mossi dall’accusa, sostenendo appunto la libera scelta della ragazza nonostante i fatti risalgano a 5 anni fa, quando la minore aveva 13 anni, e che le prestazioni sarebbero state anche retribuite con piccole somme di denaro.
Il codice penale in tal senso è molto chiaro; sotto i 14 anni, secondo l’articolo 609 non si può esprimere il consenso per un rapporto sessuale; se il minore ha meno di 10 anni scattano anche le aggravanti.
Il consenso per un rapporto sessuale è fissato a 14 anni; a 13 il consenso non è considerato valido.
Esiste comunque una causa di non punibilità nel caso in cui gli atti sessuali vengano compiuti consenzientemente con un minore di 18 anni, purché la differenza di età tra i due soggetti non sia superiore a quattro anni.