Procreazione assistita L’Aquila, a gennaio primi prelievi ovociti

6 dicembre 2019 | 03:03
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Procreazione assistita L’Aquila, a gennaio primi prelievi ovociti

Procreazione assistita all’Aquila; dopo lo stop per una serie di inadempimenti burocratici, si parla di gennaio come data utile per i primi prelievi ovociti.

La notizia arriva al Capoluogo direttamente dal professore Franco Lisi, di origini aquilane, che dirige il centro di procreazione assistita.

Le coppie con problema di infertilità in Italia sono una su quattro.

Il professore Lisi è affiancato nel suo delicato lavoro dalla biologa Carla Tatone e dai professori andrologi Sandro e Felice Francavilla.

Il prelievo di ovociti è una tappa fondamentale delle tecniche di fecondazione assistita di II e III livello. Si tratta di una procedura chirurgica mininvasiva semplice e sicura, che viene eseguita generalmente in sedazione profonda, in presenza di un anestesista.

Nella maggior parte dei casi il prelievo viene eseguito per via transvaginale; raramente, nei casi in cui le ovaie a causa di aderenze non siano raggiungibili, viene eseguito per via transaddominale.

Il centro di procreazione assistita è stato aperto all’Aquila a marzo scorso; a oggi ancora non è possibile l’attuazione delle tecniche di secondo livello a causa di inadempimenti burocratici e per la mancanza di alcune firme da parte della Regione Abruzzo e del Comune.

In sostanza, per far marciare a pieno ritmo il centro di procreazione assistita, mancano i collaudi generali.

Si era parlato di aprire entro il 15 novembre, ma vanno ancora collaudate le bombole del gas che servono per la sala operatoria. Le ultime operazioni di collaudo dovevano essere concluse entro il mese di novembre;  il Centro di procreazione dovrebbe essere operativo a pieno ritmo a breve.

“Mancano solo alcune autorizzazioni di natura burocratica – aveva detto al microfono del Capoluogo poche settimane fa il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – siamo in stretto contatto con il professore Lisi e contiamo di risolvere questi ultimi impedimenti al più presto. È un passo importante che consentirà al nostro ospedale di diventare centro di riferimento anche extraregionale, fornendo a tante coppie gli strumenti utili per coronare il sogno di diventare genitori. La sanità abruzzese sta vivendo un momento di cambiamenti importanti, che la pone al passo con i tempi attraverso una serie di formule sinergiche, grazie a un lavoro di alta professionalità svolto dai nostri medici”.

Il centro di procreazione nasce dall’esigenza di dare una speranza alle coppie, sempre più numerose che non riescono ad avere figli naturalmente. Sarebbe importantissimo per tutto il capoluogo di regione, per la sanità e per l’ospedale avere un centro di procreazione che possa affiancare primo e secondo livello.

Cosa vuol dire tecniche di primo e secondo livello per la procreazione?

Dal punto di vista normativo per quanto riguarda l’utilizzo delle tecniche per la procreazione, c’è anche una legge, la 40 del 2004, che prevede l’obbligo di seguire un criterio di gradualità, ovvero cominciando sempre dalle meno invasive.

Le tecniche totali per la procreazione assistita sono tre: ci sono le tecniche di primo livello, adatte a casi di sterilità considerata “inspiegata” e prevede delle lievi stimolazioni ormonali, i monitoraggi ovarici per rapporti mirati e l’inseminazione intrauterina con gli spermatozoi del partner.
Poi ci sono le tecniche di secondo livello da utilizzare ad esempio in caso di alterazioni del liquido seminale o di malformazioni di utero e tube, che consistono essenzialmente nella Fivet (fecondazione in vitro degli ovuli, trasferiti in seguito nell’utero (Fivet) e nella Icsi (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo).
Per i casi di infertilità ritenuti “severi”, come quando non sono presenti spermatozoi nell’eiaculato, subentrano le tecniche di terzo livello, complesse e realizzate sotto anestesia generale. Le procedure di terzo livello consistono nel prelievo microchirurgico dei gameti dal testicolo o degli ovociti per via laparoscopica.
Ad oggi presso il nosocomio dell’Aquila è già possibile effettuare da marzo scorso la procreazione assistita con il primo livello, ovvero la procreazioneintrauterina.
Il Capoluogo aveva raccolto la testimonianza e la storia a lieto fine di una giovane donna aquilana che dopo anni di tentativi e di grande frustrazione si è rivolta al professor Lisi e al Centro di procreazione assistita del San Salvatore dove è riuscita a coronare il suo sogno di diventare mamma.
Adesso che sembra tutto in dirittura di arrivo il Centro, fornito di macchinari moderni e all’avanguardia, potrà lavorare a pieno regime, dando una possibilità a tante coppie anche da fuori regione di coronare il loro sogno di genitorialità.