Terremoto Mugello, attenzione a sciame sismico e anomalie

Terremoto Mugello, scossa di magnitudo 4.5 nella notte. Sciame sismico in corso. Sabato le scosse registrate a Barete: “Nessun allarme per Barete. Attenzione in Toscana”.
Le scosse in provincia di Firenze sono cominciate a partire dalle 20,38 di ieri sera, domenica 8 dicembre e continuano ad andare avanti. L’ultima è stata registrata dalla sala sismica dell’Ingv alle 8,52 di questa mattina.
Gente in strada, alcuni hanno scelto di passare la notte in auto. La scossa è stata avvertita anche nelle città vicine, come Firenze e Pistoia.
Sabato la terra era tornata a tremare nell’Abruzzo aquilano, con la scossa a Barete, di magnitudo 3.7. Seguita da altri due eventi sismici di minore entità.
Se per Barete, però, le scosse non destano preoccupazione negli esperti, al Mugello si registra tutta un’altra situazione. Che cosa sta succedendo in Toscana? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Moretti, geologo dell’Università degli Studi dell’Aquila e toscano d’origine.
«Io ho lavorato per due anni al terremoto della Garfagnana, che ci fu nel 1920. La struttura sismica – dal punto di vista geologico – è continua tra la Lunigiana e la Garfagnana e continua verso il Mugello, passa addirittura nel crinale dell’Appennino, arrivando all’Emilia Romagna», spiega il geologo alla redazione del Capoluogo.
Esiste, però, un buco nero. «C’è una zona – spiega ancora Moretti – in cui non si è ancora espressa l’attività della struttura. Si tratta di Bagni di Lucca. A suo tempo dissi di fare attenzione alla pericolosità di quell’area, invece la zona fu declassata nel livello di pericolosità dalla prima alla seconda categoria. Un’anomalia alla quale bisogna guardare con particolare attenzione».
«In questo momento è lì che rivolgerei la mia attenzione, soprattutto alla frazione di San Marcello Pistoiese (a 20 km da Bagni di Lucca) più che al Mugello. Mi preoccuperai di preparare i cittadini all’eventualità di una scossa sismica. Come? Semplicemente attraverso l’organizzazione base qualora ci si trovasse nella situazione di dover dormire in auto, o comunque fuori dalla propria abitazione. Senza allarmismi, semplicemente: serve farsi trovare pronti per non ritrovarsi poi fuori al freddo, magari sprovvisti anche di una coperta. Prepararsi vuol dire fare operazione di cultura per la popolazione, per la gente. Ciò è necessario soprattutto nelle zone dov’è più alto il rischio sismico. Anche perché bisogna ricordare che molti dei terremoti degli ultimi secoli sono stati caratterizzati da scosse doppie».