Perdonanza, fiato sospeso per il riconoscimento Unesco

10 dicembre 2019 | 12:32
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Perdonanza, fiato sospeso per il riconoscimento Unesco

Si decide in queste ore a Bogotà il “destino” della Perdonanza Celestiniana, candidata per l’Unesco a patrimonio immateriale dell’umanità.

perdonanza unesco

Il Comitato Mondiale dell’Unesco, riunito a Bogotà in Colombia da lunedì 9 dicembre, deciderà se includere la Perdonanza nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Mondiali dell’Umanità.

La celebrazione del Perdono, successivamente chiamata “Perdonanza”, istituita nel 1294 da Papa Celestino V, rappresenta il primo giubileo al quale potessero accedere anche i poveri ed i diseredati. Riveste un’importanza straordinaria non solo per l’aspetto spirituale ma anche per la valenza sociale e politica in quanto la pergamena contenente il testo dell’indulgenza, la Bolla, fu consegnata dal Papa alla città dell’Aquila, che ne divenne la custode”, si legge sul sito dell’Unesco.

perdonanza a collemaggio, arrivo corteo

La cerimonia della Perdonanza, che si svolge il 28 e 29 agosto e alla quale vengono invitate le autorità religiose, ancora oggi mira a rinsaldare i legami interni alla comunità laica e credente.

“L’importanza straordinaria del rito della Perdonanza del’Aquila risiede dunque nel messaggio di pace, solidarietà e riconciliazione che da oltre 700 anni diffonde tra gli uomini”, scrive ancora l’Unesco.

Con il fiato sospeso quindi anche il Comitato Perdonanza Celestiniana che attende la decisione.

A Bogotà c’è la dottoressa Elena Sinibaldi, contact point Unesco del Mibact che segue dall’inizio la candidatura della Perdonanza.

In attesa anche Massimo Alesii, coordinatore del Comitato Perdonanza che dall’Aquila è in attesa di notizie.

“Siamo in attesa di comunicazioni che ritengo giungeranno in settimana. Al momento sono in corso regolarmente i lavori del Comitato intergovernativo a Bogotà. Una nutrita Delegazione di funzionari dei vari Ministeri coinvolti è di supporto in sede all’ambasciatore italiano presso l’UNESCO che relazionerà sulle Candidature nazionali e multinazionali”, ha detto Massimo Alesii sentito dal Capoluogo.

“Per quanto ci riguarda sarà il Mibact a dare le comunicazioni ufficiali – spiega – è una questione di protocollo Unesco, innanzitutto. È l’Italia che porta la Perdonanza“.

“Una grande responsabilità, dunque, potrebbe spettare alla comunità aquilana in caso di riconoscimento, da parte dell’Unesco, della Perdonanza Celestiniana come patrimonio immateriale”. Queste le parole di Elena Sinibaldi, durante un incontro a Palazzo Fibbioni.

“Al momento L’Aquila rappresenta un caso di comunità resiliente di fronte a un disastro naturale, il terremoto del 2009. Il dossier di candidatura – aveva ricordato – è stato inviato all’Unesco nel marzo 2018 ed è in corso di valutazione da parte dell’organismo internazionale, per l’iscrizione eventuale o meno, che sarà declamata nel comitato intergovernativo del prossimo dicembre a Bogotà”.

Un dossier risultato di un percorso avviato “cercando di creare una partecipazione diretta e attiva di detentori e praticanti”.

“Perché un bene immateriale possa essere iscritto nella lista ‘rappresentativa’ non deve solo rappresentare una tradizione contemporanea e vivente trasmessa di generazione in generazione – aveva precisato – ma deve basarsi sui valori di comunità, di coesione sociale, di partecipazione, contenere in sé valori condivisibili a livello universale tra cui il rispetto di altri patrimoni culturali, di altre culture e della diversità culturale. La salvaguardia progressiva dovrà saper dialogare con i livelli internazionali, dovrà esserci quindi stretta connessione tra locale e globale”.

“I beni immateriali possono essere inseriti dall’Unesco nelle liste ‘salvaguardia in pericolo‘, ‘rappresentativa’ e ‘buone pratiche per la salvaguardia’. E per la lista ‘rappresentativa’ la coesione sociale deve essere il punto di partenza, in vista di un obiettivo collettivo. Il fatto che la candidatura della Perdonanza sia discussa nel decennale del terremoto è una coincidenza del tutto fortuita. Alla luce di questa ricorrenza possiamo rileggere la risposta della comunità aquilana come patrimonio culturale vivente e vitale”, aveva concluso.

Oltre la Perdonanza, un’altra candidatura “made in Abruzzo” all’Unesco; c’è anche la “Transumanza” (con Austria e Germania) e per l’Italia ancora “l’Alpinismo” (con Francia e Svizzera).