L’ex rettore Di Orio chiede i danni a Univaq

17 dicembre 2019 | 11:34
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L’ex rettore Di Orio chiede i danni a Univaq

Sospeso ingiustamente dall’insegnamento, l’ex rettore Di Orio presenta il conto all’Università dell’Aquila. L’intervista al Capoluogo.

Il risarcimento che chiede l’ex rettore Di Orio ammonta a circa 100 mila euro, in cui sono compresi anche i soldi da liquidare ai legali per il caso, poi culminato con l’assoluzione davanti alla Corte dei Conti, dei presunti canoni di locazione gonfiati per la sede ex Optimes.

Il risarcimento per Di Orio – già prostrato dalle vicende familiari e giudiziarie degli ultimi anni che lo hanno portato anche a un periodo di reclusione del carcere di Rebibbia – non ha una valenza esclusivamente materiale.

L’ex rettore è stato condannato definitivamente a 2 anni e mezzo per induzione indebita; ha scontato un periodo di reclusione in carcere a seguito dell’introduzione della discussa norma “Spazzacorrotti” che prevede la detenzione anche per gli imputati con più di 70 anni. Su questa legge è in corso un dibattito che coinvolge anche la Corte Costituzionale e che riguarda in particolare l’applicazione retroattiva o meno della legge, (come nel caso dell’ex rettore).

Durante il periodo di reclusione sono stati tanti i messaggi di affetto e stima che tramite i social sono arrivati all’ex rettore, scarcerato poi il 20 settembre scorso e affidato ai servizi sociali.

“Mi spetta un risarcimento economico per i due anni e mezzo senza stipendio ma io ho chiesto ai miei avvocati di chiedere il reintegro nell’insegnamento senza alcun rimborso economico che pur mi spetterebbe. Sarebbe per me la cosa più bella finire la mia vita insegnando. Non è una richiesta eccentrica perché in Italia ci sono già dei precedenti“, spiega Di Orio nell’intervista in esclusiva al Capoluogo.

“Nel febbraio 2017 a seguito della sentenza di appello applicata in modo retroattivo sono stato sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio”, ricorda l’ex rettore.

“Nell’ottobre 2019 i giudici con sentenza della Corte di Appello di loro iniziativa di sono accorti che avevano sbagliato e che non mi andava applicata alcuna accessoria quindi potevo restare in servizio . La sentenza è intervenuta pochi giorni prima che andassi in quiescenza per limiti di età e quindi non ho potuto riprendere servizi“, conclude.

Va ricordato come il “caso Di Orio” sia nato a seguito di un lungo contenzioso tra l’ex rettore e un suo vecchio e fraterno amico, il prof. Sergio Tiberti: lo stesso che lo ha portato poi nelle aule di tribunale.

Il Tribunale di Roma aveva inizialmente condannato l’ex rettore Di Orio alla pena di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e 3 anni di reclusione per induzione indebita nei confronti del professor Sergio Tiberti, che secondo la denuncia presentata sarebbe stato costretto a versare all’ex rettore oltre 200mila euro in 10 anni. La Corte d’Appello, sopravvenute prescrizioni, ha ridotto la pena a 2 anni e 6 mesi.

L’ex rettore è assistito dagli avvocati Mauro Catenacci, del foro di Teramo e Guido Calvi, del foro di Roma.