L’Aquila, il Natale al fianco di chi è in difficoltà

25 dicembre 2019 | 08:26
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L’Aquila, il Natale al fianco di chi è in difficoltà

Il Natale di chi è in difficoltà; sono 12 mila le persone che solo all’Aquila vengono assistite dalla Caritas tutto l’anno.

Nello specifico, in Abruzzo, circa il 15,6 percento della popolazione verte in uno stato difficoltà: un dato che preoccupa tutto l’anno ma soprattutto durante le feste di Natale fa ancora più male.

I dati Istat rientrano nella media e sono in linea con quelli del 2018; i bisognosi almeno nel capoluogo d’Abruzzo non sono solo coloro che non riescono ad arrivare a fine mese, ci sono anche i giovani che hanno difficoltà a integrarsi nel mondo del lavoro, gli immigrati, i minori non accompagnati e una nuova categoria “fragile”: i papà separati.

La Caritas aquilana tutto l’anno, sempre e senza distinzioni, cerca di portare sollievo a chi, vincendo la vergogna e il naturale imbarazzo, chiede aiuto concreto.

Quest’anno non c’è più don Massimiliano De Simone a dirigere la Caritas dell’Aquila, ma don Dante di Nardo, energico e comunicativo parroco di Pettino che, come il suo predecessore, preferisce aiutare i bisognosi tutto l’anno.

“Non ci leghiamo a eventi legati alle festività, preferiamo lavorare tutto l’anno e in silenzio creando situazioni che possano favorire chi si trova in difficoltà soprattutto durante il periodo delle feste e quindi arrivare a dicembre in tranquillità”, spiega don Dante sentito dal Capoluogo.

Rispondiamo a tutti i bisogni, ovviamente valutando caso per caso e secondo il bisogno: parliamo di utenze da pagare, affitti, case pignorate, necessità come la spesa”, spiega.

Ogni settimana, secondo i dati della Caritas dell’Aquila, circa 20 persone si rivolgono ai centri dislocati in città e nelle frazioni limitrofe per chiedere aiuto, per un totale di circa 12 mila persona assistite nell’ultimo anno.

“I dati sono preoccupanti ma in linea con lo scorso anno – chiarisce – non abbiamo solo famiglie in difficoltà con il quotidiano, da noi ci sono anche i ragazzi non accompagnati ai quali va garantito un tetto e soprattutto un titolo di studio, insomma, quegli strumenti che servono per diventare uomini!”.

“Purtroppo c’è una crisi nera – aggiunge – e tanti padri di famiglia hanno perso il posto di lavoro. Per questo noi non ci limitiamo a fare qualcosa solo a Natale, perchè è il periodo ‘che lo impone’, noi gli stiamo vicino sempre, finchè non hanno risolto i loto problemi”.

Per quanto riguarda gli stranieri, con la fine dell’anno partirà anche un’iniziativa che la Caritas ripropone da tempo.

“Stiamo attrezzando per i corsi di lingua per stranieri legati anche a corsi di formazione lavorativa. Pensiamo che possa essere un dono prezioso, non circoscritto al Natale, ma per tutta la loro vita, che sia essa qui o altrove!”.

Un lavoro, quello dei corsi di formazione e dell’accoglienza, reso possibile grazie al contributo dei tanti volontari che si snodano tra la sede di Paganica, dove la Caritas ha anche un dormitorio, a Pettino o Pile, dove la chiesa ha organizzato anche una mensa.

“A Pile tutti la sera hanno un pasto caldo, a Natale e durante le feste ci sarà sicuramente un attenzione speciale in modo che abbiano anche loro una tavola allegra e serena. I nostri volontari sono preziosi e svolgono con zelo e amore una missione importante, improntata a valori di pace, fratellanza e condivisione come professato dal Vangelo e da nostro Signore”, spiega ancora.

Per i minori non accompagnati c’è anche la scuola, “gli forniamo la possibilità di compiere percorsi di studi completi. È giusto che vengano integrati, con le stesse possibilità di tutti quanti!”.

Infine un augurio corale, non solo per i suoi parrocchiani ma per la città intera.

“Sono tempi duri e voglio abbracciare tutti, soprattutto chi ha bisogno. Spero che le feste di Natale portino con questa bella atmosfera un po’ di calore nei cuori di chi in questo momento sta soffrendo. Auguro a tutti tanta serenità, non solo a Natale ma per il futuro. Noi ci siamo e faremo sempre il possibile. Come cristiano, personalmente, sono chiamato in nome di Gesù ad accogliere tutti, senza se e senza ma e continuerò a farlo!”.