Omicidio Barisciano, D’Amico aveva cenato con il suo assassino

Per l’omicidio di Paolo D’Amico gli investigatori hanno ristretto il giro e le frequentazioni della vittima. Tra le ipotesi un gesto d’impeto.
Questa una delle nuove piste su cui si stanno concentrando le indagini per dare un volto e un movente all’omicidio di Paolo D’Amico, il 53enne dipendente Asm, trovato morto a fine novembre.
Un omicidio feroce, l’uomo è stato colpito diverse volte alla testa e al torace, probabilmente fuori casa e poi riportato dentro; sembra che non sia stato un solo uomo ad agire, ma due.
In queste settimane sono stati ascoltati i pochi amici della vittima, i parenti, i colleghi, sono stati scandagliati i conti correnti e i tabulati telefonici per cercare di capire chi e perchè avrebbe ucciso Paolo D’Amico; per ora la pista più accreditata è quella di un debito non onorato.
Come riporta Il Centro, si sta stringendo il cerchio intorno a un piccolo numero di sospettati. Per ora resta un omicidio contro ignoti, probabilmente un gesto d’impeto e non premeditato.
I familiari di Paolo D’Amico sono assistiti dagli avvocati Francesco e Antonio Valentini.