Export in affanno, l’Abruzzo al bivio

6 gennaio 2020 | 23:00
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Export in affanno, l’Abruzzo al bivio

La cronaca di fine anno registra il cedimento dell’export abruzzese, in un quadro nazionale non brillante ma comunque in crescita. Il punto dell’economista Piero Carducci

di Piero Carducci, economista

Nei primi nove mesi del 2019 le esportazione delle nostre aziende registrano un calo consistente in valore assoluto (-94mln rispetto allo stesso periodo 2018) e l’anno appena trascorso si chiuderà con una riduzione prossima al 2%. I comparti dell’automotive e alimentare mostrano buone performance, mentre gli altri settori registrano il peggiore dato degli ultimi cinque anni. Non sono certo numeri da drammatizzare ma neppure da sottovalutare, ed i numeri più che elencarli occorre capirli.

E’ importante comprendere le dinamiche geopolitiche in corso di accelerata attuazione, per potere approfittare, come sistema-Abruzzo, della nuova congiuntura.

In primo luogo, è evidente il “disimpegno atlantico” da parte degli USA, il che sta portando ad un rapporto privilegiato degli States con l’Inghilterra, sia in funzione anti-UE, sia per il “contenimento costruttivo” delle aggressive strategie cinesi. Questa tendenza è già percepibile, l’UE sta perdendo centralità per la Brexit ed anche grazie al suo strabismo e sonnambulismo politico; non a caso il mercato europeo si sta “restringendo” e l’export abruzzese mostra evidenti segni di cedimento proprio nei confronti del tradizionale mercato tedesco (-7%).

In secondo luogo, l’irruzione della Cina in Europa porterà rischi ed opportunità per la nostra manifattura. Il progetto infrastrutturale cinese BRI (Belt and Road Initiative) che da solo vale 1000MLD di dollari, è sbarcato in Italia con le teste di ponte di Trieste, Genova e La Spezia e con il potente 5G della Huawei. Nulla sarà come prima. Il progetto BRI, noto come Via della Seta, è una strategia finalizzata a convertire l’enorme ricchezza nazionale cinese in leadership politica internazionale, anche approfittando del citato disimpegno USA. BRI prevede la realizzazione di imponenti infrastrutture fisiche (porti, ferrovie, reti energetiche, hub intermodali, reti web…) e relativi servizi (logistica integrata, 5G…) e porterà ad una forte espansione dei commerci da/verso l’Asia.

E’ in corso una accelerata ri-definizione dell’ordine politico ed economico internazionale, dove elementi centrali saranno il “multilateralismo sinocentrico”, una graduale riduzione del ruolo degli USA e la costruzione di un nuovo blocco economico-politico euroasiatico, una vasta “comunità di destino condiviso” dove Pechino giocherà un ruolo assolutamente centrale.

Ora, se questo è lo scenario, sta in noi approfittarne. L’Abruzzo può trarre grandi vantaggi sia dalle “strategie ombrello” cinesi, sia dal nuovo “pivot” europeo rappresentato dall’Inghilterra post-Brexit.

In sintesi, lo scenario più probabile è il seguente:

(1)le imprese abruzzesi potranno sensibilmente incrementare l’export verso i 68 paesi della Via della Seta (Est, FarEst, Cina, ecc.) soprattutto per le filiere agroalimentare e farmaceutica;

(2)l’export verso la Germania è destinato a ridursi ulteriormente, e questo impone a moltissime imprese una ridefinizione delle strategie industriali, proprio perché è verso la Germania che si orienta una percentuale rilevante delle nostre esportazioni;

(3)cresceranno le imprese che sapranno diversificare i mercati di sbocco, approfittare della Via delle Seta (BRI) ma anche del nuovo “pivot” rappresentato dall’UK, elettiva “porta atlantica” verso gli USA;

(4)si ridurrà gradualmente la rilevanza dell’UE come mercato di sbocco per i nostri prodotti, pur restando il mercato europeo centrale come quota per l’export abruzzese.

Il nuovo scenario, sottolineo, è già in onda come segnali deboli, e si percepisce nei trend regionali dell’export. Sono le tendenze a dover interessare la politica economica, in modo da orientare le importanti provvidenze europee verso obiettivi e strumenti in linea agli sviluppi futuri dei mercati.

Il futuro si presenta discontinuo, non come evoluzione di trend conosciuti.

Ecco perché, nel recente evento di Roseto dedicato alle priorità dell’Abruzzo nel quadro delle politiche di coesione, il presidente Marsilio ha indicato un convincente percorso di sensibile rinnovamento e maggiore flessibilità delle politiche regionali in favore delle imprese, soprattutto le PMI, che dovranno affrontare sui mercati esteri situazioni affatto diverse rispetto al passato anche recente. Si tratta ora di farlo e sicuramente sarà fatto.