Omicidio Barisciano, un DNA incastra chi ha ucciso D’Amico

Estrapolata una traccia di DNA dagli abiti di D’Amico. Potrebbe essere dell’assassino del 55enne o di eventuali complici.
A un mese e mezzo dall’omicidio dell’operaio dell’Asm, continuano le indagini dei Carabinieri del Reparto operativo dell’Aquila e dei Ris di Roma. Ora, però, c’è un nuovo elemento importante: una traccia chiara dell’assassino o degli assassini che hanno colpito D’Amico con una martellata alla testa e con un punteruolo sul petto, al termine di un litigio.
Come riporta il quotidiano Il Messaggero, è stata già esclusa l’ipotesi che la traccia di Dna possa appartenere a persone estranee al delitto, entrate precedentemente in contatto con Paolo D’Amico. Ipotesi, questa, scartata poiché la traccia estrapolata sugli abiti della vittima sembrerebbe essere uguale a quella rinvenuta su un mozzicone di sigaretta trovato sulla scena del crimine.
Ora saranno effettuate le comparazioni genetiche, per cercare di risalire all’identità di chi ha ucciso il 55enne a Picenze di Barisciano, o di un suo eventuale complice. Intanto si continua ad indagare contro ignoti. Le attività di indagine sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica, Simonetta Ciccarelli. Sono stati interrogati anche colleghi di lavoro di D’Amico, oltre a persone che hanno svolto alcuni lavori all’interno della sua abitazione, dove è stato trovato morto dalla madre e dal fratello.
Al vaglio degli inquirenti tabulati telefonici e filmati delle registrazioni di videosorveglianza. Dai controlli sui conti bancari sembrerebbero, inoltre, emerse informazioni riguardo ad alcuni prestiti di denaro che richiesti e ottenuti da D’Amico. Si batte, infatti, proprio la pista economica.