Dissequestro viadotti in A14, respinta l’istanza

Ancora un no alle istanze di dissequestro dei viadotti sulla A14. Restano code e disagi.
Per il momento non cambia la situazione su A14 e statale 16, su cui continuano a registrarsi code e disagi dovuti ai rallentamenti per il sequestro dei viadotti a seguito della disposizione del Tribunale di Avellino che si sta occupando della strage di Acqualonga, nella quale nel 2013 persero la vita 40 persone a causa di un autobus precipitato da un viadotto. Una perizia effettuata durante il processo ha portato ai sequestri in atto, nonostante le numerose istanze presentate dal concessionario. L’ultima, presentata dai direttori del VI e VII tronco di Autostrade per l’Italia per ottenere la variazione temporanea della modalità di cantierizzazione su diversi viadotti, tra cui Fosso San Biagio, Campo Filone e Petronilla, che si trovano tra le uscite Pescara Ovest e Pedaso sull’A14. Dal Gip del Tribunale di Avellino, però, è arrivano l’ennesimo no: “La sistematica presentazione – si legge nel rigetto dell’istanza firmata dal Gip e diffusa da Irpinia News – a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, di istanze di dissequestro parziale per ottenere l’autorizzazione alla modifica delle modalità di cantierizzazione già concordate con i competenti uffici ministeriali, sta purtroppo determinando un ingiustificato rallentamento degli interventi di sostituzione delle barriere laterali in sequestro, tanto che, ad oggi – come evidenziato dall’Ufficio di Procura – neppure una sola delle barriere è stata sostituita».
Insomma, tutto fermo per il momento. Restano i disagi per code e rallentamenti sia sulla A14 che sulla statale 16, dove in determinate tratte vengono dirottati i mezzi pesanti e gli automobilisti cercano una via più veloce per superare i rallentamenti in autostrada. Risultato, sia la A14 che la statale 16 congestionate nelle ore di punta.
Intanto lo stesso Tribunale nei giorni scorsi aveva emesso un divieto per i mezzi pesanti sul viadotto Cerrano, tra Pescara Nord e Pineto: “Le stampelle con cui è stato costruito il viadotto hanno subito spostamenti tali da rendere le superfici contrapposte, in corrispondenza della mezzeria, schiacciate l’una sull’altra, mentre in corrispondenza delle pile sono presenti degli spostamenti in profondità dell’ordine di sette centimetri”. La condizione dei viadotti, quindi, non lascia per sperare per una rapida soluzione del problema, anzi. Con il prosieguo delle indagini e delle fasi processuali potrebbero sorgere ulteriori complicazioni.