Australia, incendi senza fine: la testimonianza di una famiglia aquilana

28 gennaio 2020 | 05:30
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Australia, incendi senza fine: la testimonianza di una famiglia aquilana

L’Australia si lecca le ferite di un’emergenza incendi quasi infinita. Mesi di paure, pericoli, drammi e difficoltà. Il racconto di una famiglia aquilana

Una speranza anche abruzzese, di una mamma, un papà e quattro bambine dai sorrisi contagiosi.

«Mi sono trasferita in Australia con la mia famiglia a gennaio 2019, esattamente un anno fa. Una decisione presa assieme a mio marito: volevamo far vivere le nostre figlie in un paese totalmente diverso dall’Italia. Una scelta mirata, ad esempio, a fare apprendere loro l’inglese, fondamentale per le nuove sfide professionali nell’odierna realtà globale. Allo stesso tempo l’Australia apre loro la possibilità di conoscere uno stile di vita differente e di esplorare una realtà dinamica e multiculturale».

incendio australia

In una storia tutti i ‘colori’ dell’Australia, quindi. L’azzurro intenso dell’oceano, il verde fresco delle foreste, i salti felici dei canguri, gli occhi dolci dei koala, l’arcobaleno di una multiculturalità arrivata prima e mai respinta. Poi, all’improvviso, un’enorme nube grigia. Un incendio, cento incendi. Un’emergenza senza precedenti: tanti stati sotto le fiamme. Ettari di terra inceneriti, vittime e colpevoli. Dal paradiso all’apocalisse, in un’estate di fuoco. La testimonianza di una famiglia abruzzese, precisamente aquilana.

Maria Consiglia Lazzaro e Vittoriano Morgante

C’erano e ci sono anche sei marsicani vicino agli incendi scoppiati senza controllo dall’altra parte del mondo. Nel New South Wales, esattamente nella città di Sydney. Maria Consiglia Lazzaro, 39enne dottore commercialista, originaria di Morino, e Vittoriano Morgante, 44enne dottore commercialista e avvocato, originario di Celano. Con loro, marito e moglie, quattro bambine, rispettivamente di 5, 3, 2 anni e di 3 mesi l’ultima arrivata.

Il fuoco sembrava non volersi spegnere mai, ma fortunatamente la distanza dai focolai non ha mai rappresentato una seria minaccia.

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«L’area in cui viviamo – ci raccontano Maria Consiglia e Vittoriano – è a circa 40 minuti dal centro città. È una zona residenziale, abbastanza tranquilla».

Una casa, la loro, che ha rischiato di trovarsi nel mezzo di un inferno di fuoco, come lo è stata buona parte dell’Australia per mesi interi. Giornate terribili di caldo estremo e un paese intero che prende fuoco. Moltissimi degli incendi sono risultati dolosi. Non è un caso, infatti, se gli arrestati sono stati 183.

«Gli incendi si sono estesi in più stati, soprattutto nel New South Wales. Alcuni di questi erano a centinaia di chilometri di distanza da dove viviamo, altri solo a qualche decina di chilometri. Si è trattato di incendi di vaste dimensioni, ai quali se ne sono aggiunti altri più modesti, all’interno delle aree urbane. Purtroppo anche a venti o addirittura dieci chilometri da noi», spiegano.

I focolai d’incendio sviluppatisi nei perimetri urbani si sono rivelati, fortunatamente, meno pericolosi, in quanto più facilmente domabili, non coinvolgendo aree boschive.

«Gli incendi qui in Australia sono comuni nella stagione estiva. Quindi sono stati affrontati con le medesime cautele del protocollo generale e con le misure previste per queste situazioni. Quest’anno, però, a causa dell’eccezionale siccità, l’estensione è stata di gran lunga maggiore, in termini di vastità e di durata. Ecco perché, di fronte alla situazione di emergenza che è venuta a configurarsi, giorno dopo giorno, si è passati alle misure straordinarie sia di mezzi che di risorse umane».

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«La nostra area, comunque, è sempre stata sicura, nonostante già dal mese di novembre scorso, in alcuni giorni, il fumo è arrivato sino a noi, rendendo l’aria non pulita. Trovandoci, poi, con quattro bambine piccole abbiamo adottato ogni precauzione del caso. Alla più grande abbiamo cercato di spiegare, in maniera semplice ed adeguata, il problema che il paese stava attraversando».

Anche le scuole del quartiere sono state costrette a prendere provvedimenti. «La scuola primaria frequentata dalla nostra bimba maggiore, nei giorni più critici, ha limitato le attività all’area aperta, qui in Australia parte rilevante del programma educativo. Dal quotidiano saluto di ingresso, che si svolge nel cortile della scuola da parte del preside e degli insegnanti, alle lezioni di sport. Per arrivare al pranzo».

Il dramma, durato mesi, da cui l’Australia sta ancora uscendo, è difficile da descrivere. Nonostante le spalle larghe – da abruzzesi forgiati dalle difficoltà di una terra aspra – trovarsi di fronte a un’emergenza improvvisa e incontrollata, con quattro bambine da proteggere, non è stato semplice. Seppure il fuoco sia stato quasi sempre lontano.

Incendi Australia animali

Più di 6 milioni di ettari sono bruciati. «Il nostro Abruzzo si estende per poco più di un milione di ettari, praticamente è come se bruciasse tutto il Centro Italia! Affrontare una simile situazione, come paese, è davvero complicato. Lo sarebbe dovunque considerando la gravità del problema».

Ancora lontana la quiete dopo la tempesta. Gli incendi hanno reso l’Australia orfana di parte della sua ricchezza ambientale e faunistica. Incalcolabile il carico di danni, pagato anche e soprattutto col prezzo di vite umane. L’Australia, oggi rinfrescata dall’arrivo tanto desiderato delle ‘piogge buone‘, ora dovrà rimettersi in piedi.