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E-bike vietate nel Parco Nazionale del Gran Sasso, monta la polemica

Dopo la notizia di un possibile divieto alle e-bike nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, monta la protesta da parte di utenti e sostenitori del turismo "a due ruote".

Dopo la notizia anticipata dal Capoluogo domenica 26 gennaio di un possibile divieto da parte dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga alla circolazione delle ebike, è montata la polemica da parte di utenti e amanti delle due ruote elettriche.

Una polemica che esce fuori dalla passione per la e-bike, o pedelek o semplicemente bicicletta a pedalata assistita ma coinvolge e abbraccia anche il settore del turismo di settore che richiama da sempre appassionati e professionisti anche da fuori regione, che vengono in Abruzzo alla ricerca dei paesaggi mozzafiato da scoprire in sella.

La bozza del nuovo regolamento del Parco Nazionale del Gran Sasso, sulla quale si potrà discutere fino all’8 febbraio prima di una decisione definitiva, recita all’articolo 112 co. 4: ” l’uso delle biciclette a pedalata assistita conformi a quanto previsto dal comma 1 dell’art. 50 del citato d. lgs. 285/92, è consentito esclusivamente lungo la viabilità ordinaria di cui all’art. 109, co. 1.”.

Quindi, come si dice, “carta canta”; leggere e capire quello che è scritto sulla bozza è molto facile: le mbt fornite di batteria ricaricabile non potranno più circolare sui sentieri del Parco se la bozza del regolamento dovesse passare.

Il divieto ha fatto storcere il naso anche ai “puristi” delle 2 ruote, non ancora convertiti alla e-bike; va ricordato che la bicicletta elettrica è un mezzo di trasporto ibrido e che la pedalata assistita è un optional: in qualsiasi momento si può attivare la modalità “off” e utilizzarla in modo autonomo, proprio come con una normalissima bici.

Perchè il divieto alle e-bike danneggerebbe anche l’indotto turistico?

La bozza del nuovo regolamento in ogni caso ha indignato, come premesso, non solo i possessori di ebike, ma anche chi al territorio ci tiene e sa bene che una decisione del genere potrebbe creare degli svantaggi anche all’indotto turistico.

Il ciclista che viene da fuori regione per fare una sgambata nel Parco frequenta anche le attività commerciali, i ristoranti e gli alberghi; tanti sono i gruppi che arrivano anche dall’estero: tedeschi, francesi, in particolare dal Nord Europa, attratti dalle montagne ma anche dalla gastronomia locale.

In occasione della giornata mondiale della bicicletta, il Ministro dell’Ambiente ha dichiarato: “L’Italia deve diventare un paese a misura di bicicletta con il potenziamento delle infrastrutture urbane necessarie a garantire la sicurezza in strada. Inoltre il nostro Paese deve investire sull’ecoturismo e quello su due ruote è certamente la nicchia più importante”.

In prima linea, a difesa della libera circolazione alle e-bike e dell’indotto turistico conseguente, il consigliere comunale aquilano con delega alla Montagna Daniele D’Angelo “Parkeller”.

A dicembre abbiamo deciso con la Comunità del Parco di non approvare il bilancio, perchè noi vogliamo un Ente volto a migliorare il territorio e che non si limiti soltanto a mettere vincoli che troppo spesso strozzano la vita economica e sociale degli abitanti che vi risiedono“, ricorda D’Angelo, al microfono del Capoluogo.

Questa bozza di regolamento presenta molte restrizioni. Non si fa altro che parlare di turismo e montagna però poi a nessuno importa nulla. La montagna ce  l’ho nel cuore, ci vivo e ci lavoro“, chiarisce.

“Sentire che da una parte si parla di sviluppo turistico e poi alla fine c’è qualcuno che non conosce nemmeno le leggi che il Parco cambia in continuazione, mi lascia una forte delusione”, conclude.

Cauto ma a lavoro per evitare il divieto anche Fabio Santavicca, sindaco di Santo Stefano di Sessanio e presidente della Comunità del Parco.

Il regolamento adottato dall’Ente Parco – spiega al Capoluogo – è solo all’inizio di un processo più ampio di approvazione. Una volta inoltrato ai Comuni inerenti, sarà corredato di tutte le osservazioni che i territori manifesteranno. Credo fermamente che, come ogni strumento di pianificazione, è indispensabile per definire le regole, garantendo comunque delle finalità e degli obiettivi comuni”.

“È nostro dovere, anche alla luce di tutti gli eventi che ci hanno fiaccato e indebolito negli ultimi 11 anni, sviluppare tutto ciò che può dare linfa vitale al sistema economico, basandosi innanzitutto sul turismo come fonte di investimento”, conclude.

Le motivazioni del divieto non sono ancora chiare; una cosa è certa le e-bike non inquinano, o quantomeno non hanno un impatto invasivo sull’ambiente specie se sono quelle con le batterie al litio.

Poi ci sono le e-bike con parti delle batterie in piombo; in ogni caso si tratta dello stesso usato anche dai cacciatori (nelle pallottole) e nei pesi dei pescatori e nelle batterie delle auto se non smaltite correttamente.

Le E-bike non utilizzano alcun tipo di combustibile fossile e le batterie, ricaricabili, vengono smaltite presso punti di raccolta e riciclo. La bicicletta elettrica non inquina l’aria ma ha bisogno dell’energia muscolare per funzionare.

Inoltre, le E-bike sono silenziose e anche da questo punto di vista, dunque, rappresentano un evidente vantaggio rispetto alle macchine e un ottimo alleato nella lotta all’inquinamento acustico.

Le e-bike e la sostenibilità ambientale insomma sono un connubio ormai riconosciuto anche dalle autorità e dalle amministrazioni statali italiane.

Lo scorso 3 giugno il ministero dell’Ambiente infine, ha annunciato un bando per erogare 15 milioni di euro pro-Bike per le città sopra i 50 mila abitanti.

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