La vicenda

Angeloni, storia di un soldato e di un ritorno a casa proibito

Il Soldato Angeloni, deportato come prigioniero di guerra in un campo di concentramento tedesco, era tornato a casa. Nuovi esposti contro il lieto fine di una storia lunga 70 anni.

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Il soldato Mario Marco Angeloni era finalmente tornato a casa. Dopo 72 anni le spoglie di un milite, dato per disperso per decenni, erano state tumulate ai piedi del Monumento ai Caduti di Aielli. Un lieto fine, almeno così sembrava. Poi la denuncia.

Era ottobre 2017, quando le spoglie del soldato aiellese Mario Marco Angeloni, partito per la seconda guerra mondiale e mai tornato, furono riportate a casa.

Ora l’esposto. E non si tratta del primo. «Una nuova denuncia sulla storia del soldato dato per disperso per 70 anni, i cui resti furono rimpatriati grazie ad un lavoro congiunto tra amministrazione e familiari», ha spiegato il sindaco Di Natale.

Gli esposti, in forma anonima, furono presentati già due anni fa. Ora la nuova denuncia, inoltrata nel gennaio scorso. «L’ennesimo esposto, in realtà, che si è aggiunto alla lunga collezione ottenuta in questi anni di amministrazione», spiega il sindaco contattato dalla nostra redazione. «Secondo i denuncianti non si potevano tumulare dei resti ossei al di fuori del perimetro del cimitero. Motivazione infondata, poiché se i resti sono mineralizzati e quindi si tratta soltanto di ossa, in casi straordinari  come quello del Soldato Angeloni – i resti possono essere tumulati anche in spazi pubblici diversi dai cimiteri. Dispiace che sia stata strumentalizzata una questione come questa. La storia di un soldato deportato e poi perso, quasi per sempre, almeno per gran parte della sua famiglia. Fino a qualche anno fa».

Gli esposti di due anni fa sono stati archiviati. Probabile il provvedimento d’archiviazione per la nuova denuncia presentata.

La storia

Angeloni era un ragazzo di Aielli, giovane ai tempi della guerra. Fu chiamato alle armi nel gennaio del 1941 e fu fatto prigioniero nel settembre del ’43. Trasportato in un campo di concentramento tedesco, morì, ancora prigioniero, nel maggio 1945.

In tre righe una storia di guerra. La storia di tanti, di addii ai monti e mancati ritorni agli affetti, ma soprattutto storia di scomparse. Come tante, forse troppe ce ne furono. Era prassi consolidata partire senza sapere se si sarebbe fatto ritorno a casa. Meno diffuso, invece, era riuscire a sapere, a guerra conclusa, che ne era stato di chi quella guerra l’aveva combattuta, come servitore della patria. Si persero vite e si persero destini, tra questi quello di Mario Marco Angeloni.

Soldato Angeloni, la svolta

La svolta ci fu nel 2013, quando il sindaco di Aielli Enzo Di Natale si imbatté per caso sul sito internet dimenticatidistato.com, il contenitore di informazioni raccolte nella monumentale ricerca di Roberto Zamboni, direttore del Cns, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Un archivio che ha l’obiettivo di rendere noti i luoghi di sepoltura di 19mila soldati italiani partiti per il fronte e poi dimenticati nei cimiteri militari. Tantissimi ‘militi’ ignoti o quasi, dati poi per dispersi.

Le informazioni relative ai soldati sono divise per regione, comune e luogo di sepoltura. Di Natale controllò allora se, tra più di 19mila soldati, vi fosse anche un aiellese e c’era. Il suo nome era Mario Marco Angeloni, nato ad Aielli, in Provincia dell’Aquila, nel 1921. Era sepolto a Francoforte sul Meno.

Da quella prima scoperta l’indagine del sindaco Di Natale sul soldato e sulla sua famiglia. Angeloni, infatti, aveva lasciato la sua fidanzata, i suoi genitori e alcuni fratelli e sorelle. Due dei suoi fratelli morirono sul campo di battaglia. Il soldato Angeloni, invece, non fece più ritorno, sembrava scomparso nel nulla. Quello della guerra fu un prezzo durissimo da pagare per la famiglia Angeloni.

72 anni dopo il ritorno a casa, celebrato ad Aielli nel corso di una cerimonia il 25 ottobre 2017. Le spoglie furono tumulate ai piedi del Monumento ai Caduti. Tre i fratelli ancora in vita al momento della scoperta. Due dei tre congiunti, però, sono morti prima che la richiesta di rimpatrio venisse accolta.

Un lieto fine in ritardo, di generazioni e vite ormai passate. Questa volta però alla storia del Soldato Angeloni è stato scritto un finale. Riposerà per sempre ad Aielli, tra i caduti mai dimenticati.