Alessandra, dalla malattia alla rinascita con… Un pizzico di sale

La storia di Alessandra: la malattia, la rinascita e il suo stile di vita, raccontato attraverso le foto del suo profilo Instagram ‘Un pizzico di sale’.
Alessandra, tra foto di piatti ben cucinati, tutti “healthy” e con pochi ingredienti, racconta la sua passione per lo “scottorellare” e un viaggio, spesso in salita, che l’ha portata a problematizzare e a scegliere per se stessa cosa fosse meglio.
Vulcanica e positiva, si è raccontata senza pudori al Capoluogo, cercando di trasmettere non solo le emozioni di un percorso fatto di tanta sofferenza, ma anche tanto amore per le cose buone.
Un sentimento trasmesso da una nonnina speciale, “nonna Cuccia”, che ha trascorso e trascorre ancora la sua vita a Capitignano, tra fettuccine, “cacchiette” e sagnette.

Una storia, che parte da Capitignano, suo paese di origine, passa per L’Aquila e ricomincia di nuovo da Isernia, dove ha vissuto il suo “Anno zero”.
“Ho iniziato ad appassionarmi alla cucina, perché vengo da una famiglia che ha dato sempre importanza alle cose sane e genuine. In casa mia amiamo ritrovarci davanti a un tavolo, magari con il camino acceso. Da noi si fa ancora il maiale, il pane, la marmellata, si cura l’orto e in estate c’è il rito della passata”, spiega al microfono del Capoluogo.
Tutto regolare insomma, fino al 2017, quando Alessandra si è resa conto che qualcosa stava cambiando…
“Ero magra, forse troppo, a un certo punto cominciai a ingrassare di colpo e ogni anno, ogni mese, ogni giorno, chilo dopo chilo, mi vedevo fisicamente diversa e questo mi portò a girare molti medici che si limitarono in un primo momento a curare solo i sintomi apparenti dei miei malesseri senza mai andare in fondo!”.
Alessandra era disperata, perchè quel corpo che “portava a spasso” non era il suo. Di conseguenza a un certo punto è stata quasi naturale la decisione di avvicinarsi allo sport e a un regime di vita più sano.
Da studentessa di Psicologia, aveva capito che qualcosa non andava e si è curata “da sola”.
“Le nostre montagne sono state la mia salvezza – chiarisce – mi hanno curato e preservata dal rischio della depressione, mettendomi in contatto con me stessa e con il mio inconscio e con tutto ciò che era il vuoto intorno a me perchè nessuno mi ascoltava e tutti i medici erano sordi alle mie grida di aiuto!”.
Ma non solo terapia interiore; lo sport praticato con costanza ha aiutato Alessandra a prevenire l’insorgere della patologia perchè, inconsapevolmente, l’ha aiutata a tenere bassi alcuni valori.
Farsi le diagnosi su Internet, ricorrendo al dottor Google, è una pratica sconsigliata dai medici ma Alessandra ha cominciato a guardarsi intorno e a fare ricerche perchè non riusciva comunque a dimagrire, nonostante i sacrifici e lo sport e i medici a cui si era rivolta continuavano a suo dire, “A banalizzare il mio problema!”.
Chiese di fare nuove analisi e lì la doccia fredda: “Avevo un adenoma ipofisario fortunatamente benigno GH secernente. L’ho scoperto a ottobre 2017, una data che non dimenticherò mai”.
Il tumore dell’ipofisi si sviluppa dalle cellule della ghiandola ipofisaria. Pur non essendo particolarmente maligno, può avere effetti importanti e devastanti sulla salute, dal momento che manda in tilt il sistema di produzione e regolazione degli ormoni.
Alessandra ingrassava non perchè mangiasse male, Alessandra stava male davvero e nessuno se ne era accorto.
Da lì l’intervento presso la clinica Neuromed dal professore Esposito a Pozzilli che ha lavorato in equipe con il professore Felice Francavilla, in forza presso l’ospedale dell’Aquila e del suo assistente il dottore Settimio D’Andrea e la professoressa Rea.
“Persone che non finirò mai di ringraziare, non solo medici e luminari ma uomini che hanno preso a cuore il mio problema, dandomi una mano seria per risolverlo”.
“Mi ricordo che mentre ero in sala rianimazione, nei giorni successivi all’intervento, al mio fianco era ricoverata un chirurgo, una dottoressa che lamentava dolori lancinanti e che venne poi operata d’urgenza. Una volta fuori pericolo mi disse: Oggi ho capito che noi dottori dobbiamo ascoltare di più i nostri pazienti, perché siamo troppo superficiali… Come potevo darle torto?”.

“Dopo l’intervento era forte la mia ‘sete’ di conoscenza, mi sono documentata, ho studiato il connubio tra sana alimentazione e sport e ho capito come davvero entrambi possano essere un vero salvavita per tutti noi”.
Quindi, la pagina ‘Un pizzico di sale’ nasce da questa storia e anche dall’affetto dei tanti amici che l’hanno incoraggiata; “Perché noi siamo quello che mangiamo: non sono un medico, ho solo la laurea in Psicologia ed ho sperimentato su me stessa cosa significhi la prevenzione fatta con quello che è nelle nostre possibilità e l’importanza quindi di ciò che scegliamo di fare o di non fare per la nostra salute”.

“La medicina aiuta – continua – non lo nego, in ogni caso è fondamentale essere consapevoli del fatto che i primi dottori di noi stessi siamo NOI STESSI!“.
Per continuare la cura, arriva quindi la pagina “Un pizzico di sale”, nata in un anniversario “speciale”: Alessandra si è operata il 14 febbraio di 2 anni fa, nel giorno dedicato degli innamorati e due anni dopo, appena accertato di stare finalmente bene e che “l’ospite” era stato debellato dal suo corpo, ha voluto condividere la sua storia d’amore con se stessa, la gioia per avercela fatta attraverso la sua passione: la cucina.
Da questa esperienza anche un messaggio, soprattutto per i più giovani, figli dell’era del “mi piace”, dei fisici magri e scultorei: nella sua pagina non ci sono muscoli, outfit da urlo e #lookinspirations ma solo frutta, verdura, colazioni, pranzi e cene, cucinate con amore e con la voglia di nutrirsi e stare bene.

Anche connubi nuovi e ingredienti insoliti, come l’amaranto, uno pseudocereale dall’alto valore proteico, con il quale crea la base per la “sua”pizza, senza rinunciare ovviamente, con moderazione, a quella “vera”.

“Siamo noi i responsabili della nostra salute, nelle scelte che facciamo e in quelle che decidiamo di non fare. Non ricorrete ad aiuti che vi diano una mano ad essere belli e muscolosi, gli ormoni vanno utilizzati con cautela. Siete meravigliosi anche se un po’ sgonfi…”

Proprio un messaggio di speranza e di amore trapela dall’introduzione che si trova sul suo profilo Instagram:
“Pochi pensano al miracolo che avviene quando mangiamo: quel cibo che ingeriamo e che, dentro di noi, come un processo alchemico, si trasforma, diventa parte del nostro sangue, delle nostre cellule. Si, proprio quel cibo che noi molto spesso ingeriamo frettolosamente e inconsapevolmente”.
“Se ci rendiamo conto di ciò, possiamo bene immaginare cosa succede al nostro organismo se viene alimentato con cibo non sano…si ammala. Ed ecco il divulgare di tante patologie! Sarà perché la nostra alimentazione ultimamente è peggiorata notevolmente?”
“Ma chi era quel pazzo che affermava ‘Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo’…? Un certo signore (in realtà anche medico) che si chiamava Ippocrate. Certo: proprio lui, il padre della ‘Medicina’. Ma cosa ci voleva far credere questo signore? Cibo-Medicina: ma questo vuol dire responsabilizzarsi!”.
“Perché non ricorrere alla vera medicina? Il cibo sano, quello che preserva la nostra salute? Perché non RIPRENDERCI LA NOSTRA VITA? Ciascuno deve essere responsabile della propria salute. Ed è una responsabilità che non possiamo demandare ad alcuno!”.
“È così semplice: per stare bene è sufficiente prendersi cura di sè ed essere attenti a quello che mangiamo. Alcuni la definiscono dieta, che, nell’accezione corretta del termine (dal latino diaeta, a sua volta dal greco δίαιτα, dìaita) vuol dire ‘modo di vivere’, in particolar modo nei confronti dell’assunzione di cibo. Io lo definisco STILE DI VITA. Perché in realtà, per stare bene sarebbe sufficiente cambiare il nostro stile alimentare”.
“E per farlo è fondamentale essere informati, consapevoli. È un lavoro di ricerca, di analisi… di crescita….di responsabilità. Una responsabilità che mi piace, perchè si chiama vita!“.
